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19/3/2015 - Tunisia - “Je suis Bardo”. Lo sdegno e il dispiacere della cittadinanza tunisina
Foto dell'articolo -TUNISIA – “JE SUIS BARDO”. LO SDEGNO E IL DISPIACERE DELLA CITTADINANZA TUNISINA

(ANS – Manouba) – “Gesti come quello di ieri sono solo azioni criminali e non hanno nulla a che vedere con la religione. Tutta la popolazione è dispiaciuta per quanto è successo e oggi in molti dicono ‘Je suis Bardo’, perché quello che è stato colpito è un luogo simbolo della cultura tunisina e tutti si sentono oltraggiati”. È la testimonianza dei Salesiani presenti a Manouba, un sobborgo nei pressi della capitale, Tunisi, a 24 ore dall’attentato che è costato la vita a 23 persone.

di Gian Francesco Romano

“Esprimiamo la nostra solidarietà alle famiglie delle vittime, noi come Salesiani, ma anche a nome di tutta la popolazione, che non s’identifica minimamente con questi gesti. Anzi, la gente teme anche per il turismo, che è una grande risorsa per il paese. È stato un brutto colpo per tutti” proseguono i Salesiani, che a Manouba, assieme all’oratorio-centro giovanile, animano una scuola con 800 allievi, tutti mussulmani.

Nel complesso salesiano ieri è stata una giornata quasi normale, se non fosse stato per le notizie trasmesse dai media. La scuola è in pausa per le vacanze di primavera e gli studenti partecipano alle attività ludiche e sportive che vengono portate avanti dagli animatori più grandi.

Né ieri, né oggi si è respirata la paura nella casa di Manouba, riportano i religiosi: “Ieri c’erano ospiti alcuni allievi di una scuola di suore, abbiamo svolte le attività regolarmente. Solamente, loro al ritorno loro hanno avuto delle difficoltà ad attraversare la città, ma non ci sono stati altri problemi. Noi non ci sentiamo minacciati e anche la Polizia ci ha detto di stare tranquilli”.

D’altra parte l’educazione cattolica è molto gradita e rispettata nel paese. Come la scuola salesiana, anche le altre istituzioni educative della Chiesa presenti offrono un servizio caratterizzato da qualità e professionalità. “Non solo tutti gli allievi, ma anche tutto il nostro personale è mussulmano. Come Figli di Don Bosco sappiamo che l’educazione è cosa di cuore e con questo spirito c’impegniamo con i giovani”, spiegano i Salesiani. Che aggiungono anche che non c’è bisogno di parlare esplicitamente di dialogo e rispetto delle differenze “perché il messaggio passa da sé, nella quotidianità della vita della scuola”.

Pubblicato il 19/03/2015

comunica ANS news


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