(ANS – Tlazala) –Nei giorni 28 febbraio-1° marzo, si è svolto presso la “Casa del Hombre Nuevo” di Tlazala, il “Campo Cagliero”, un incontro organizzato per rispondere alla sfida di accudire i migranti adolescenti. Si tratta di un’iniziativa coordinata da don Miguel Ángel Lezama Rojas, Delegato dell’Ispettoria Messico-México (MEM) per l’Opzione Preferenziale, che ha riferito come tale progetto nasca per volontà del Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, che ha affidato al Consigliere regionale per l’Interamerica, don Timothy Ploch, il compito di coordinare prioritariamente questo settore di gioventù a rischio.
In risposta a questa sfida l’Ispettoria MEM ha invitato a partecipare al Campo Cagliero i giovani dei gruppi missionari, radunandone 29, che sono stati guidati nelle 2 giornate dallo stesso don Rojas Lezama, da don Paulo Armando Morales, Delegato per la Pastorale Giovanile, e dalla Prof.ssa Irma Botello.
Obiettivo dell’incontro è stato: “favorire tra i partecipanti un incontro con Cristo, attraverso il fratello migrante”.
Nella mattina del 28 febbraio all’incontro è intervenuta anche la dott.ssa Cinthia Pérez Trejo, Direttrice del settore “Protezione e Ritorno” del Coordinamento Generale della Commissione Messicana per l’Aiuto ai Rifugiati (COMAR), che concede le opportunità di rifugio o asilo ai candidati stranieri che le richiedono, inclusi i minori migranti che arrivano dal Centro America. I temi affrontati sono stati: i migranti; Don Bosco e migranti; e i migranti e me.
“L’obiettivo per quest'anno è ben allineata con l’appello fatto da don Timothy Ploch, per dare priorità di attenzione all’emergenza umanitaria dei minori stranieri non accompagnati – spiega don Lezama Rojas –. Si vuole così rafforzare il lavoro missionario nella Settimana Santa, così come il servizio comunitario là dove si trovano i giovani dei gruppi missionari.
“In questa maniera i giovani – conclude il salesian o– compiono un invito alla Famiglia Salesiana della nostra Ispettoria, per avvicinarsi progressivamente al lavoro per questi bambini, adolescenti e ragazzi migranti ai quali Don Bosco stesso dava il suo cuore”.
Pubblicato il 06/02/2015