(ANS – Madrid) – Nei giorni scorsi due nuovi paesi si sono aggiunti alla lista di quelli colpiti dall’Ebola: Repubblica Democratica del Congo e Senegal, che si assommano a Sierra Leone, Nigeria, Liberia e Guinea Conakry. Di fronte a questa realtà, l’ong spagnola “Jóvenes y Desarrollo” sostiene i Salesiani impegnati nell’emergenza, attraverso la campagna “Figli dell’Ebola”.
Il panico tocca le famiglie, che devono affrontare, impotenti, questa epidemia. Nonostante le ispezioni attualmente in corso per le case, per identificare i potenziali malati e metterli in quarantena, il nervosismo non smette di aumentare. I bambini sono i più colpiti da questa epidemia. “Le famiglie sono molto spaventate e pensano che i bambini possono continuare a contagiare altri membri della famiglia e della comunità”, dice il sig. Lothar Wagner, salesiano coadiutore, Economo del Centro Don Bosco Fambul, a Freetown, Sierra Leone.
Il governo della Sierra Leone ha chiesto ai missionari di prendersi cura dei bambini che vengono rifiutati dalle loro famiglie per paura del contagio. Stime governative affermano che entro la fine dell’anno il numero di questi bambini abbandonati potrebbe arrivare a 200. “Già stiamo mettendoci all’opera e modificando alcune delle nostre strutture per questo”, spiega don Jorge Crisafulli, Superiore salesiano dell’Ispettoria Africa Occidentale Anglofona (AFW).
Don Bosco Fambul ha aperto un centro d’intervento di crisi per accudire i giovani e i bambini che soffrono a causa dell’Ebola, o perché hanno avuto la malattia o perché hanno perso le loro famiglie.
L’ong “Jóvenes y Desarrollo”, attraverso la campagna “Figli dell’Ebola” (Hijos del Ébola) intende dare sostegno ai partner locali per sensibilizzarli sulla realtà della situazione attuale, che al momento sembra essere fuori controllo. Chi lo desidera può collaborare con i Salesiani nella cura di questi bambini e giovani che sono rimasti orfani a causa dell’Ebola o che sono stati ripudiati dalle loro famiglie.
Per maggiori informazioni sulla campagna e su come partecipare è sufficiente visitare il sito dell’ong Jóvenes y Desarrollo.
Pubblicato il 15/10/2014