Logo di Ans - Vai alla Home Page
ANS - Agenzia iNfo Salesiana



IT EN ES FR PT PL Versione Standard || Solo Testo

Stampa la pagina corrente Stampa   
:. NEWS

12/8/2014 - Italia - Riflessioni di mons. dal Covolo su Don Bosco, il bicentenario e l’educazione salesiana
Foto dell'articolo -ITALIA – RIFLESSIONI DI MONS. DAL COVOLO SU DON BOSCO, IL BICENTENARIO E L’EDUCAZIONE SALESIANA

(ANS – Roma) – “Il mondo che abbiamo preparato per le nuove generazioni strozza il loro diritto alla felicità. (…) Penso che se Don Bosco fosse tra noi oggi ci direbbe: ‘È tempo di ricette, di diagnosi ne abbiamo fin troppe’”. Sono alcune delle considerazioni offerte da mons. Enrico dal Covolo, SDB, Rettore della Pontificia Università Lateranense, in un’intervista rilasciata qualche giorno fa al sito Vatican Insider. Ne riportiamo alcuni stralci.

Che cosa significa essere un educatore salesiano?

Lei sa quello che accade ogni giorno sui social network, che pure io frequento? Una moltitudine di giovani affamati di riconoscimento, di un “mi piace”; molte volte disposti a tutto pur di essere “visti” e “condivisi”. (…) In questo contesto chi è l’educatore salesiano? Una persona animata da una “simpatia incondizionata” per i giovani, prima e al di là di ogni qualità e prestazione; “Basta che siate giovani perché io vi ami assai” diceva Don Bosco, insomma un “mi piace” sempre e comunque.

Accanto al “sentimento”, l’educatore salesiano cura la dimensione razionale. Non basta amare; occorre assumere con serietà le sfide della condizione giovanile. L’amore cioè deve tradursi in progetti concreti e di ampio respiro per la promozione integrale dei giovani.

Perché celebrare il bicentenario della nascita di san Giovanni Bosco? Che cosa dice agli uomini e donne, e soprattutto ai giovani del terzo millennio, il fondatore dei Salesiani?

Il mondo che abbiamo preparato per le nuove generazioni strozza il loro diritto alla felicità. (…) Lei sa che in Europa il suicidio è la seconda causa di morte per gli adolescenti ed è la prima per i giovani?. Il punto è che mancano le ricette, tutti sappiamo fare la diagnosi, ma se mi guardo attorno, dentro e fuori la Chiesa mancano le cosiddette “exit strategies”. Qui entra Don Bosco – di cui celebriamo il Bicentenario della nascita – che fu un vero e proprio imprenditore di Dio per il bene dei giovani. In lui l’analisi attenta della condizione giovanile e la formulazione di soluzioni concrete rappresentarono una miscela esplosiva e benefica. Penso che se Don Bosco fosse tra noi oggi ci direbbe: ‘È tempo di ricette, di diagnosi ne abbiamo fin troppe’”.

Pubblicato il 12/08/2014

comunica ANS news


Le ultime News
14/3/2016 - RMG – Incontro dei Maestri dei Novizi
14/3/2016 - Brasile – L’Educomunicazione apre nuovi orizzonti tra i giovani
14/3/2016 - India – Iniziative ecologiche tra i ragazzi
14/3/2016 - Filippine – Il Rettor Maggiore al centro “Don Bosco Boys Home”
11/3/2016 - RMG – Vicini a don Uzhunnalil, le parole di don Cereda


News dell'ultima settimana
News dell'ultimo mese