(ANS – Città del Vaticano) – Mattinata insolita e straordinaria quella di lunedì 31 Marzo, per l’incontro con Papa Francesco. In precedenza, come programmato, i Capitolari avevano visitato la Basilica di San Pietro per rinnovare la Professione di fede davanti alla tomba dell’Apostolo.
Successivamente, uno sguardo alla statua dell’Apostolo Pietro e, in alto, l’attenzione alla statua di San Giovanni Bosco. Poi si sono incamminati poi verso la Sala Clementina per l’udienza.
Un caldo, fragoroso e prolungato applauso ha accolto il Pontefice pochi minuti dopo le 12. Il Rettor Maggiore a Lui si è rivolto, con un esordio famigliare: “Caro Papa Francesco, Carissimo Padre”. Don Fernández Artime non ha mancato di ringraziare il Papa per la disponibilità a recarsi a Torino nel 2015 in occasione del Bicentenario della nascita di Don Bosco.
Ha concluso lasciando il testo scritto, e, in lingua spagnola, ancora una volta ha confermato al Papa l’affetto filiale dei Salesiani alla sua persona, così come ha assicurato di continuare a invocare Maria Ausiliatrice, come avvenuto tante volte nel Santuario in Almagro a Buenos Aires.
Papa Francesco, con il consueto stile semplice e famigliare, ma non per questo meno profondo, ha rivolto la sua parola ai capitolari e ancora una volta non sono mancati i riferimenti alla concretezza della vita: temperanza e siesta, i migliori da inviare tra i giovani emarginati, giovani senza lavoro, possibili tensioni in comunità, tenerezza–amorevolezza, cura delle vocazioni. In conclusione: “per favore, pregate per me! Grazie!”
Un doppio applauso per Papa Francesco: uno quando ha concluso il discorso e un altro quando ha cominciato a trattenersi per salutare personalmente ogni capitolare.
L’esperienza del mattino è stata richiamata dal Rettor Maggiore introducendo in serata i lavori assembleari. Un “bel momento che abbiamo vissuto questa mattina”.
Don Fernández Artime, richiamando il lavoro dei prossimi giorni, ha incoraggiato a “proporre ai nostri confratelli, a tutta la Congregazione ed a noi stessi quei gesti, segni e deliberazioni che ci aiutino ad essere profezia in questo momento della Storia, della Chiesa e della nostra Congregazione”.
Coraggio per “trovare quelle piste da seguire che ci lancino con audacia verso gli ultimi, i più fragili, quel che è più genuino della nostra opzione salesiana per i poveri, specialmente i giovani più poveri”.
Il Rettor Maggiore ha proseguito con un secondo invito: “continuare a vivere questo bel clima di fraternità”. Una fraternità sempre più universale: “Credo che il primo documento che stiamo scrivendo è quello della fraternità quotidiana, dell’attenta esperienza di universalità di Congregazione per cui desideriamo incontrarci e non con ‘i miei’ – tra parentesi: quelli del mio Paese e della mia cultura – ma proprio con questi altri confratelli degli altri continenti”.
Ai lavori capitolari ha cominciato a partecipare il nuovo Regionale dell’Europa Centro Nord, don Tadeusz Rozmus.
Pubblicato il 01/04/2014