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13/3/2014 - RMG - CG27: Missione nelle periferie
Foto dell'articolo -RMG – CG27: MISSIONE NELLE PERIFERIE
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(ANS – Roma) – “Papa Francesco invita a uscire, senza paura, per servire; invita a superare l’autoreferenzialità e a raggiungere le periferie al servizio dei sofferenti, dei non amati e dei dimenticati”. Con questo riferimento don Jorge Crisafulli, ha iniziato a parlare, nella “buona notte” di martedì sera, della propria esperienza di Superiore dell’Ispettoria dell’Africa Occidentale Anglofona (AFW).

E ha precisato: “Nel nostro quarto Capitolo Ispettoriale abbiamo deciso di fare passi concreti su questa linea: portare la Chiesa nel mercato e Cristo nelle prigioni, dove tanti giovani hanno atteso Don Bosco per lungo tempo”.

L’Ispettoria, che comprende Nigeria, Ghana, Liberia e Sierra Leone, è giovane per origine (è stata eretta nel 2004) e per l’età media dei Salesiani: 33 anni. “Nel 2004 i confratelli africani erano 52, oggi sono 122. Praticamente l’80% dei confratelli. Abbiamo 16 novizi, 35 postnovizi, 18 tirocinanti e 24 studenti di teologia e un numero relativamente elevato di salesiani coadiutori: per ora sono 20, la maggior parte di origine africana”.

Geograficamente l’Ispettoria è vasta e bella: foreste tropicali, spiagge e mare dal verde smeraldo, savane e zone deserte. Le quattro nazioni che la compongono sono ricche di risorse naturali, purtroppo per troppi anni amministrate malamente, ma soprattutto di risorse umane: gli abitanti sono 200 milioni, dei quali 119 milioni hanno meno di 25 anni! Terra fertile per la missione salesiana.

Significativa l’esperienza di confessare e celebrare la messa nel mercato. Racconta don Crisafulli: “Arrivammo verso le 10. Mi sedetti su una sedia pensando che nessuno avrebbe interrotto i suoi affari per venire a confessarsi. Invece, con mia grande sorpresa, la gente cominciò a venire e a inginocchiarsi sotto il sole tropicale di Abuja.  Nel mentre, era stato preparato un baldacchino; arrivò poi un piccolo amplificatore e così iniziai la messa… pensate, più di 200 persone interruppero i loro affari e parteciparono alla messa in un giorno di mercato! Dopo la celebrazione alcuni mi si avvicinarono e mi chiesero di benedire il loro negozio”.

Altra esperienza quella vissuta a Freetown, la capitale della Sierra Leone, nella prigione di Pademba, che, costruita per 300 persone, oggi ospita ben 1876 detenuti. “Incontrai un giovane chiamato Giovanni Bosco. ‘Con un nome del genere tu non dovresti essere qui’ gli dissi scherzando benevolmente. … Avrebbe potuto essere rilasciato su cauzione per soli 20.000 leones, circa due dollari americani, ma nessuno sapeva che era lì”. Oggi quel Giovanni Bosco è fuori dalla prigione di Pademba e vive con altri ragazzi ex detenuti, che stanno studiando o imparando un mestiere.

Attualmente il Direttore del Don Bosco Fambul, il salesiano coadiutore Lothar Wagner, nella prigione di Pademba sta scavando un pozzo e costruendo la torre per il serbatoio dell’acqua, procurare libri per la biblioteca e dirige un laboratorio per i detenuti.

“Questa è la nostra missione. Con il nostro ‘uscire evangelizzando le periferie’ diventeremo veramente ciò che dobbiamo essere ed è camminando su questa via che raccoglieremo frutti di santità e di gioia”.

Pubblicato il 13/03/2014

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