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1/3/2014 - RMG - CG27: Piemonte, fonte geografica di un carisma
Foto dell'articolo -RMG – CG27: PIEMONTE, FONTE GEOGRAFICA DI UN CARISMA
Fotografia disponibile in Image Bank

(ANS – Roma) – Nella serata di venerdì 28 Febbraio il pensiero della “buona notte” è stato offerto da don Stefano Martoglio, Superiore della Circoscrizione Piemonte-Valle d’Aosta. A proposito di essa l’ha definita “un’Ispettoria normale, che vive nelle complessità della propria terra, nella multiculturalità e nelle sfide che l’esser ‘servi dei giovani’ ci pone”.

Don Martoglio ha indicato che sono 500 i Salesiani e 1600 i laici collaboratori che s’impegnano ad animare 38 comunità educative (di cui 2 all’estero, in Lituania): suole, centri di formazione professionale, oratori e parrocchie, istituti universitari, case per minori… Ed ha anche evidenziato che “la Famiglia Salesiana locale è rappresentata in modo ricco e vivace, praticamente da quasi tutti i rami della Famiglia Salesiana stessa, una benedizione unica!”.

Ciò che rende davvero unica questa circoscrizione è il possedere “uno scrigno prezioso che custodisce il tesoro della nascita e della crescita della congregazione: i luoghi salesiani”. Un dono affidato e che è dato in custodia, un dono da rendere vivo e da offrire: “la ricchezza di una casa che custodisce la memoria del padre, l’energia di Dio dell’inizio del carisma, la ricchezza di fede e coraggio apostolico dello sviluppo di tutta la Congregazione”.

Il Colle e Chieri raccontano la crescita nella fede della vocazione di Giovanni Bosco. Valdocco parla della povertà e della fede degli inizi, ma non meno della nascita del modo educativo, e fa fare memoria della fondazione della Congregazione. “Valdocco ci racconta la devozione mariana che nasce Consolata, cresce Immacolata e si sviluppa Ausiliatrice”.

E poi – ha proseguito il Superiore – l’altro primo oratorio del san Luigi, con la chiesa di San Giovanni Evangelista, San Benigno Lanzo, Foglizzo, Mirabello Borgo San Martino… che ci raccontano l’iniziale sviluppo della Congregazione, i passi sempre più sicuri di Don Bosco che mette mano alla costruzione dell’opera di Dio, al maschile e poi al femminile.” Avere in custodia i luoghi che fanno memoria delle origini è una responsabilità che impegna a rendere “parlanti” ogni pietra e ogni spazio.

È una responsabilità che coinvolge tutta la Congregazione e continua ad essere “una ricchezza grande per le giovani generazioni di salesiani che si formano; infatti nelle case di formazione della nostra Ispettoria passano e crescono molti giovani salesiani delle vostre Ispettorie”.

Non è mancato un appello finale: “A tutti noi la riflessione per rendere questi luoghi parlanti nelle persone, che devono ad essi esser dedicati. A buon intenditor, poche parole. Solo il Signore scalda i cuori”.

Pubblicato il 01/03/2014

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