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28/11/2008 - RMG - Rilanciare il carisma salesiano in Europa
Foto dell'articolo -RMG – RILANCIARE IL CARISMA SALESIANO IN EUROPA

(ANS – Roma) – Con la celebrazione dell’Eucaristia nella basilica di san Paolo fuori le mura, presieduta dal card. Camillo Ruini, ha avuto inizio ufficialmente l’incontro del Rettor Maggiore con gli Ispettori d’Europa.

 

Il card. Ruini, nella sua omelia, ha ricordato ai salesiani il bisogno che ha l’Europa di cristiani, sacerdoti, religiosi e, soprattutto, di evangelizzatori in grado di portare la speranza. “C’è bisogno di evangelizzatori dei giovani e della cultura d’Europa”, ha ammonito il cardinale, una speranza che deve nascere direttamente dal continente stesso, anche con un rilancio della proposta vocazionale.

Al Salesianum i lavori sono stati introdotti da don Pier Fausto Frisoli, Consigliere per la regione Italia-Medio Oriente, che ha ricordato come l’incontro sia una diretta applicazione di una delle linee di azione indicate dal Capitolo Generale 26. Successivamente il Rettor Maggiore ha presentato una relazione, frutto del contributo del Consiglio Generale e degli Ispettori, strutturata in due parti: la prima con i risultati dell’inchiesta fatta tra gli Ispettori d’Europa, la seconda con la proposta delle linee del “Progetto Europa”.

Il profeta Elia è stata l’icona biblica che Don Chávez ha indicato ai presenti per esprimere ciò che l’Europa salesiana è chiamata a fare soprattutto in questi giorni a Roma.

Il Rettor Maggiore ha riportato, sintetizzandoli, i contributi giunti da parte degli Ispettori che, rispondendo a cinque precisi quesiti, hanno comunicato le proprie riflessioni, i compiti, le priorità strategiche, le forme di collaborazione e indicazioni sui responsabili e sul coordinamento del “Progetto Europa”. Tante le idee, i suggerimenti le prospettive per rilanciare il carisma salesiano nel Vecchio continente.

“Ripensare la presenza salesiana in Europa – ha indicato il Rettor Maggiore nella seconda parte del suo intervento - presuppone innanzitutto una sincera e profonda conversione personale dei confratelli che dovrà venir accompagnata da una non meno coraggiosa ed articolata trasformazione della presenza salesiana”. Per realizzare ciò il IX successore di Don Bosco ha indicato tre opzioni strategiche.

La prima è la rivitalizzazione “endogena” della presenza salesiana e, soprattutto del salesiano recuperando l’incontro e la presenza tra i giovani, scommettendo su una formazione europea dei giovani salesiani e impegnandosi a diffondere il carisma salesiano tra laici e collaboratori.

La seconda opzione è la ricollocazione e il ridimensionamento delle presenze salesiane. “Questo ridisegno dovrà seguire orientamenti comuni e criteri omogenei che, permettendo l’adattamento alla peculiarità nazionale o ispettoriale, promuovano il rinnovamento e la creazione di opere dove siano garantite l’identità salesiana, la visibilità sociale, l’efficacia educativa ed evangelizzatrice, e la promozione di una cultura vocazionale”. Tre i criteri indicati: optare per una crescita in qualità carismatica e visibilità sociale, scommettere sulla scuola e specialmente sulla formazione professionale e riorganizzare prontamente la mappa della presenza salesiana in Europa.

E, infine, la terza opzione è considerare l’Europa come terra di missione. “Questo progetto esigerà ovviamente un cambiamento strutturale nelle comunità del Vecchio Continente”. “Il Progetto Europa è in realtà un progetto inedito. Più che uno splendido programma missionario, come può essere stato il “Progetto Africa”, è una proposta spirituale senza pari; non si tratta di evangelizzazione ‘ad gentes’, come ad esempio in Asia o in Africa, né di consolidamento di un’evangelizzazione ormai compiuta, come ad esempio in America Latina; in Europa è in gioco il recupero spirituale e culturale di un continente oramai non-cristiano o post-cristiano. Da ciò conseguono le seguenti scelte”. Tre le scelte che dovranno guidare i missionari salesiani che giungeranno in Europa: al servizio della spiritualità salesiana, provvisti di una robusta formazione e accolti da comunità aperte e comprensive.

Nel concludere il Rettor Maggiore ha consegnato ai presenti uno schema di lavoro ben preciso sul quale i gruppi di approfondimento dovranno lavorare.

Pubblicato il 28/11/2008

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