(ANS – Roma) – Nel corso dei lavori della Commissione Precapitolare i Coordinatori delle varie regioni salesiane hanno condiviso alcune riflessioni sulle realtà della Congregazione in vista del Capitolo. Riportiamo oggi una prima rassegna di considerazioni che fotografa lo stato dell’arte nelle 3 regioni salesiane d’Europa, con gli interventi di don Stefano Martoglio, (Italia - Medio Oriente), don Luis Onrubia (Europa Ovest) e don Marek Chmielewski (Europa Nord). Nelle prossime settimane seguiranno gli altri interventi.
Le tre regioni europee rappresentano la culla da cui il carisma salesiano si è diffuso per i 5 continenti. In totale in queste regioni – che comprendono, oltre al Vecchio Continente, anche il Medio Oriente e le presenze salesiane in Nord Africa – si contano oltre 600 opere erette, poco meno di 6.000 salesiani professi e una sessantina di novizi (dati aggiornati al 31 dicembre 2012).
Qual è lo stato della Congregazione nelle 3 Regioni europee davanti alle istanze dei giovani, della società e della Chiesa?
Don Martoglio: siamo in un momento di riflessione ed evoluzione. Le domande che ci vengono rivolte riguardano la nostra vocazione, la collaborazione con i laici e l’uso delle nostre opere. Sono sfide che cerchiamo di affrontare nella fedeltà ai tratti tipici salesiani: l’oratorio, l’educazione nelle scuole, l’attenzione ai poveri… e con una presenza salesiana ancora numerosa, ma con un’alta età media. Attualmente, molto più spesso di prima, lavoriamo in collaborazione con le diocesi e la Famiglia Salesiana.
Don Chmielewski: l’Europa Nord è una realtà complessa. È costituita da 3 zone: quella atlantica, quella polacca – ora con anche l’Ucraina bizantina – e quella detta CIMEC, con i territori balcanici, Rep. Ceca, Slovacchia… C’è quindi complessità culturale e anche rituale. Il tratto comune è nella fedeltà a Dio e al carisma salesiano. Nei rapporti con la società c’è una sorta di ambivalenza: da una parte, sentiamo il flusso della corrente secolarizzata, a volte anche di alcune leggi che, anche se rispettiamo, cerchiamo di contrastare a livello culturale; dall’altra spesso abbiamo ottimi rapporti con alcune istituzioni per le collaborazioni nei progetti sociali, i programmi… Anche nei rapporti con la Chiesa ci sono differenze: nel nord Europa siamo molto ben inseriti, mentre in Polonia, ad esempio, la collaborazione è ancora poca.
Don Onrubia: cerchiamo di portare avanti l’eredità ricevuta, il nostro carisma ultracentenario, nella società secolarizzata, con meno salesiani e con un’alta età media… ma lo facciamo con speranza, negli oratori, nelle scuole, nei centri giovanili, dove il nome di Don Bosco è conosciuto e apprezzato, sia dalle gente e sia dalla Chiesa. E se un po’ il calo vocazionale ci dà pensiero, questo sta portando anche ad una maggiore e migliore formazione del laicato, all’accompagnamento delle famiglie e anche a salesiani più convinti e consapevoli.
Pubblicato il 25/10/2013