(ANS – Città del Vaticano) – “Caro Cardinale Tarcisio, penso di interpretare anche il pensiero del mio amato Predecessore Benedetto XVI nel presentarLe il più vivo ringraziamento per il lavoro svolto in questi anni. Vedo in Lei anzitutto il figlio di Don Bosco”. Con queste parole dense d’affetto Papa Francesco ha salutato ieri, 15 ottobre, il cardinale Tarcisio Bertone, sdb, nel corso della cerimonia di congedo del porporato salesiano dal servizio di Segretario di Stato Vaticano.

“Pensando al Suo lungo servizio alla Chiesa – ha proseguito il Pontefice – sia nell’insegnamento, come nel ministero di Vescovo diocesano e nel lavoro in Curia, fino all’incarico di Segretario di Stato, mi pare che il filo rosso sia costituito proprio dalla vocazione sacerdotale salesiana che L’ha segnata sin dalla tenera infanzia, e che L’ha portata a svolgere tutti gli incarichi ricevuti, indistintamente, con profondo amore alla Chiesa, grande generosità, e con quella tipica miscela salesiana che unisce un sincero spirito di obbedienza e una grande libertà di iniziativa e di inventiva personale”.

Il Papa ha poi sottolineato “l’atteggiamento di incondizionata fedeltà e di assoluta lealtà a Pietro, caratteristica distintiva del Suo mandato come Segretario di Stato”; e ha ringraziato il cardinale Bertone per “il coraggio e la pazienza con cui ha vissuto le contrarietà che ha dovuto affrontare. E sono tante”.

Ha perciò ricordato il significato del Sogno delle rose di Don Bosco: se dall’esterno di un pergolato si vedono solo i fiori, più ci si addentra e più “spuntano delle spine acutissime che feriscono e provocano grandi dolori”, sebbene alla fine si raggiunga un bellissimo giardino. “Caro Cardinale Bertone – ha concluso il Papa – in questo momento mi piace pensare che, se pure vi sono state le spine, la Vergine Ausiliatrice non ha certo fatto mancare il suo aiuto, e non lo farà mancare in futuro: sia sicuro, eh?”.

Da parte sua il cardinal Bertone ha ringraziato il Papa per le sue parole “che vengono proprio da un cuore permeato, direi, di spirito salesiano”, e ha ricordato i 7 anni di servizio prestati a fianco di Benedetto XVI. “Ciò che ci ha appassionato è stato vedere la Chiesa comprendere se stessa nel profondo come comunione, e nello stesso tempo capace di parlare al mondo, al cuore e all’intelligenza di ognuno con chiarezza di dottrina e con altezza di pensiero”. Il suo Pontificato “è stato percorso da forti progetti pastorali: l’anno paolino, l’anno sacerdotale e quello che sta per concludersi, l’anno della fede”.

Infine, ripercorrendo il “breve ma intenso periodo di 7 mesi, accanto a Papa Francesco”, ha messo in luce gli elementi di continuità tra i due Pontefici, in particolare nel dono del consiglio ispirato e della devozione mariana, e ha affidato a Maria “che scioglie i nodi” il servizio di Papa Francesco e di mons. Pietro Parolin, suo successore alla guida della Segreteria di Stato.

Pubblicato il 16/10/2013