(ANS – San Paolo) – I 4 professori di educazione fisica della Rete Salesiana delle Scuole che nello scorso luglio hanno partecipato al progetto “Professori senza frontiere”, ormai tornati in Brasile, hanno raccontato alcuni aspetti ed impressioni su quell’esperienza.
Per 28 giorni nelle città di Les Cayes e Fort-Liberté, i 4 docenti hanno condotto attività sportive quotidiane con circa 450 ragazzi delle scuole e degli oratori salesiani, contribuendo col gioco e lo sport a spezzare la routine dei bambini e dei giovani che vivono sotto la soglia di povertà.
A Fort-Liberté anche alcuni adulti impegnati con i giovani hanno ricevuto attenzione: i 4 professori hanno tenuto un corso di formazione per allenatori calcistici, affinché i piccoli allievi delle opere salesiane potessero continuare a ricevere un’educazione sportiva anche dopo la partenza dei volontari missionari.
L’esperienza missionaria è stata “una missione davvero speciale” da parte del prof. Renato de Castro. “quei bambini e giovani indimenticabili faranno per sempre parte della mia vita” aggiunge.
“Nonostante la semplicità e la scarsità delle risorse, la volontà, l’impegno e il sacrificio stampati sul volto di quei bambini saranno sicuramente i migliori ricordi che mi porto” aggiunge il prof. Guilherme Brondi.
Mentre il prof. Corjesus Costa, in una lettera in cui racconta alcuni aneddoti della missione, ricorda la partita organizzata dal coordinatore sportivo di For-Liberté a cui era stato chiamato ad assistere: un campo irregolare per forma e terreno, la palla rattoppata, maglie tutte diverse purché simili nelle tonalità cromatiche… ma tanto, tanto impegno: “I miei occhi erano pieni di lacrime... Era di gran lunga l’immagine che più mi ha colpito. Più della fame, più della povertà, più della miseria. Ci si potrebbe chiedere: perché una partita di calcio mi ha sconvolto così? Ai miei occhi, non era solo una partita di calcio. Nonostante la sua semplicità, è stata la dedizione di tutti quelli ad avere la meglio. (…) È per questo che ho scelto di fare quello che faccio! Perché conosco la potenza degli strumenti che ho nelle mie mani: lo sport e l’educazione!”
Pubblicato il 24/09/2013
