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10/9/2013 - Italia - L’importanza della guida spirituale: due storie vocazionali
Foto dell'articolo -ITALIA – L’IMPORTANZA DELLA GUIDA SPIRITUALE: DUE STORIE VOCAZIONALI

(ANS – Roma) – Lo scorso 8 settembre hanno emesso i loro primi voti numerosi giovani di vari noviziati salesiani in tutto il mondo. Nella basilica del Sacro Cuore di Roma è stato niente meno che il Rettor Maggiore ad accogliere i voti, per manifestare la vicinanza paterna del IX Successore di Don Bosco ai membri più giovani della Congregazione, che come tali sono pieni di entusiasmo, ma che necessitano anche di particolare attenzione nella loro crescita vocazionale. Perché ogni storia vocazionale è un caso a sé stante, come dimostrano due testimonianze di due giovani formatisi a Pinerolo.

Racconta Yurii Zhuk, 19enne, uno dei 5 novizi ucraini formatisi a Pinerolo: “La mia famiglia è molto semplice, con mamma panettiera e papà benzinaio, oltre ad una sorella più grande. Sono stati i miei genitori i primi a trasmettermi la fede. A 10 anni comincio il mio servizio da ministrante e, contemporaneamente, frequento le arti marziali. Un giorno conosco alcuni miei coetanei con i quali decido di stringere amicizia”.

È “una compagnia alla Michele Magone”, dove Yuri – che pure continua a frequentare la parrocchia – prende via via alcune cattive abitudini: fuma, beve, tradisce la propria ragazza con la fidanzata di un suo amico… Un giorno, stando sempre tra i suoi amici, Yuri si accorge che quello non è il suo posto. La domenica seguente, mentre era uscito dalla messa per fumare, per la prima volta da vari anni, dà retta ad un salesiano che lo invita a rientrare.

Inizia un cammino di crescita cristiana, fatto di confronti con una guida spirituale, pellegrinaggi, nuove amicizie con ragazzi “che vivevano senza sigarette e senza dire parolacce”. Alla fine, senza neanche ben sapere di cosa si trattasse, Yuri inizia a partecipare a degli incontri vocazionali a Leopoli, prima tappa di un cammino che lo porta poi in aspirantato, in prenoviziato con altri 6 amici e infine in Italia, presso il noviziato di Pinerolo.

Diverso è il cammino di Damiano Slanzi, 24enne, originario dell’Ispettoria dell’Italia Meridionale. “Il Signore ha piantato in me un germe vocazionale fin dalla mia infanzia, grazie prima di tutto alla mia famiglia, vera e propria chiesa domestica, che ha fatto sì che i valori cristiani fossero da me assorbiti da subito. Avere tre fratelli minori mi ha anche fatto crescere in semplicità, nel senso del sacrificio e del dovere”.

Un paio di bocciature scolastiche, gli amici “secolarizzati” e il desiderio d’indipendenza, però, hanno messo a dura prova la fede di Damiano, che in una fase della sua vita arriva a vergognarsi di andare a messa. Ma dopo il secondo anno scolastico perso, un pellegrinaggio mariano lo riavvicina a Dio: “È stato commovente sperimentare che, nonostante avessi cercato di cancellarLo dalla mia vita, Lui è sempre rimasto al mio fianco. L’ho sperimentato chiaramente nella Confessione fatta in quel pellegrinaggio, dopo sei anni dalla volta precedente”.

Anche per Damiano fondamentale è stata la guida spirituale di un salesiano che lo ha accompagnato e lo ha indirizzato a frequentare il cammino vocazionale ispettoriale. Sono seguite poi un’esperienza missionaria in Moldavia, il prenoviziato e la domanda di ammissione al noviziato, presentata proprio il 24 maggio, giorno della Festa di Maria Ausiliatrice.

Pubblicato il 10/09/2013

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