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30/8/2013 - Repubblica Democratica del Congo - In nome di Dio lasciateci vivere
Foto dell'articolo -REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO – IN NOME DI DIO LASCIATECI VIVERE
Fotografia disponibile in Image Bank

(ANS – Goma) – Mentre i mass-media mondiali tengono i loro occhi puntati sulle tensioni in medio oriente, l’Africa centrale sanguina per i conflitti armati che la coinvolgono.

Dal 20 agosto è in atto un inasprimento dei combattimenti e delle violenze, a circa 20 chilometri dalla casa salesiana di Ngangi, come racconta il direttore don Piero Gavioli. “Si odono colpi di artiglieria e spari tra i ribelli del gruppo M23 e l’esercito regolare. È difficile per il momenti determinare il numero dei morti tra le forze armate e la popolazione civile”.

Ieri sera, circa alle 21, due bombe sono cadute nel distretto di Mabanga e Katoy seminando morte, panico e rabbia tra le persone. Questa mattina una bomba è caduta a Gisenyi, uccidendo una donna e ferendo suo figlio. Oggi i combattimenti a Nord di Goma continuano ininterrottamente.

“Le persone che ritornano da Kigali ci hanno avvertito che molti carri armati e camion pieni di soldati sono diretti a Goma e al confine con il Congo . A quanto pare il Ruanda - che ha sempre negato il coinvolgimento nel conflitto nel Congo orientale - sembra essere pronto ad entrare in guerra”.

Don Gavioli continua la sua narrazione. “La nostra è una guerra dimenticata e  “invisibile" alla comunità internazionale. I giornali occidentali parlano di morti nei conflitti in Medio Oriente - e questo è normale. Ma penso che il numero di uomini, donne e bambini che continuano a morire in Congo a causa della guerra e delle sue conseguenze (fame, privazioni, malattie, migrazioni forzate, ...) è molto più elevato. È stato detto che questa lunga guerra, che ha avuto inizio circa 20 anni fa, ha fatto circa 6 milioni di vittime.”.

“Con i bambini, preghiamo ogni giorno per la pace: ci sarà qualcuno che prende sul serio il grido che sale dagli umili di questa regione?”.

Il 24 agosto il vescovo della diocesi di Goma Kaboy mons. Théophile, ha lanciato un accorato appello alle coscienze delle autorità locali, dei governi e della comunità internazionale per far cessare le violenze nella regione. “In nome di Dio lasciateci vivere”.

Pubblicato il 30/08/2013

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