(ANS – Tegucigalpa) – Economia globale, opzione preferenziale per i poveri, educazione, lotta alla corruzione e, infine, speranza: sono i temi affrontati dal cardinale salesiano Oscar Rodríguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa, Honduras, in un lunga intervista concessa al programma “Where God Weeps” prodotto dell’emittente “Catholic Radio & Television Network” in collaborazione con l’Opera di diritto pontificio “Aiuto alla Chiesa che soffre”.
“Sono convinto che l’attuale sistema è un sistema ingiusto, che produce disuguaglianza (…) poiché cerca il bene di pochi, siano essi paesi o imprese o gruppi di potere nei diversi paesi” afferma chiaramente il cardinale, Presidente di Caritas Internationalis e ospite abituale dei più importanti consessi di economia e politica.
Prosegue il prelato: “Negli anni ‘90, durante i dialoghi con la Banca Interamericana per lo Sviluppo mi ricordo di aver detto una volta: Dove sono i premi Nobel per l’economia? Non sono capaci di cercare un sistema alternativo che produca più uguaglianza?. Nessuno ha risposto, e poi, durante un intervallo, uno degli economisti è venuto da me e mi ha detto: Guarda, a loro non interessa cercarlo, perché si trovano benissimo con questo sistema... questo è il problema...”
La strada da percorrere, indica il cardinale, è quella di ripartire dalla dottrina sociale della Chiesa, per riportare al centro del discorso pubblico “il bene comune, il principio che manca” all’economia mondiale attuale. “La crisi economica globale c’è (…) perché è scoppiata prima la crisi morale, perché si cercava solo il guadagno, infischiandosene di coloro che sarebbero stati i perdenti”, aggiunge il card. Rodríguez Maradiaga.
Fondamentale diviene perciò l’opzione preferenziale per i poveri, rifacendosi a tutto il Magistero ecclesiastico; ma questo sarà possibile solo se il sistema intero cambierà. Spiega il cardinale – che per rapportarsi da pari con i suoi interlocutori ha studiato economia da solo: “Si parla di commercio libero, ma il commercio non è libero. Con il protezionismo e le sovvenzioni non possiamo parlare di commercio libero, ma il sistema è progettato così, per proteggere alcuni paesi... Guardi, tutti gli economisti e politici mi possono dire: ‘Ma così è il mondo’. Certo, se vogliono continuare così, continuerà la disuguaglianza, continuerà la povertà e continueranno le immigrazioni motivate non solo da motivi politici, ma anche da motivi sociali, dalla povertà”.
L’arcivescovo tocca anche le altre sorgenti che producono ingiustizia: la mancanza di famiglia e il gran numero di figli cresciuti dalle sole madri; l’assenza di una buona educazione in molte parti del mondo; (“Cosa può fare in un mondo globalizzato un ragazzo che ha fatto solo cinque anni di scuola primaria?” si domanda il prelato); la corruzione e l’impunità dei corrotti (“da noi a volte si dice che la giustizia è come un serpente che morde chi è scalzo, a chi porta gli scarponi non succede nulla”).
Per concludere il cardinale presenta due opzioni di speranza per ogni cristiano, una civile, e una religiosa. “L’arma del cittadino è il voto e bisogna usarlo con coscienza” afferma sul primo versante. E in seguito: “se noi siamo cristiani, il nostro esempio è quello di Gesù, (…) è lì che prendiamo la forza, sappiamo che Dio vuole un cielo e una terra nuova e questo non lo farà con un colpetto della bacchetta magica, lo farà attraverso ognuno di noi cristiani, quando costruiamo questo regno già in questa vita”.
L’intervista completa è stata ripresa anche dall’Agenzia Zenit, divisa in due parti (1–2).
Pubblicato il 20/12/2012
