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12/12/2012 - Slovacchia - Chiusura Inchiesta diocesana del Servo di Dio Tito Zeman
Foto dell'articolo -SLOVACCHIA – CHIUSURA INCHIESTA DIOCESANA DEL SERVO DI DIO TITO ZEMAN
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(ANS – Bratislava) - Venerdì 7 dicembre 2012, presso il Seminario Arcivescovile di Bratislava, l’arcivescovo mons. Stanislav Zvolenský ha presieduto la solenne sessione di chiusura dell’Inchiesta diocesana del Processo di Beatificazione e di Canonizzazione del Servo di Dio don Titus Zeman (1915-1969), martire per le vocazioni.

Alla sessione di chiusura hanno partecipato i membri del Tribunale diocesano (giudice delegato, promotore di giustizia, notaio); i membri della commissione storica, il postulatore generale, don Pierluigi Cameroni; il vice postulatore, don Josef Slivon con i suoi collaboratori; numerosi salesiani, guidati dall’Ispettore don Karol Manik, membri della Famiglia Salesiana, alcuni parenti, tra cui tre sorelle del Servo di Dio e il nipote Michal Titus Radosinsky e devoti di don Tito. Al termine si è svolta una solenne celebrazione eucaristica di ringraziamento nella cattedrale di Bratislava presieduta da mons. Zvolenský. I mezzi di comunicazione sociale hanno dato grande rilevo all’avvenimento.

Don Titus Zeman, salesiano slovacco, nacque il 4 gennaio 1915 a Vajnory, presso Bratislava. Compiuti gli studi ginnasiali e liceali nelle case salesiane di Šaštín, Hronský Svätý Benedikt e a Frištak u Holešova, intraprese nel 1931 il noviziato ed il 7 marzo 1938 emise la Professione Perpetua al Sacro Cuore di Roma. Fu ordinato sacerdote a Torino, il 23 giugno 1940.

S’impegnò, dopo la proibizione del regime comunista cecoslovacco dell’aprile 1950, in viaggi clandestini verso Torino per consentire ai religiosi di completare gli studi. Durante la terza spedizione fu arrestato e condannato come traditore della patria e spia del Vaticano. Evitando la pena di morte, venne condannato a 25 anni di galera. Uscì 12 anni dopo, il 10 marzo 1964, segnato dalle sofferenze subite in carcere. Morì l’8 gennaio 1969, circondato da una gloriosa fama di martirio e di santità. 

Visse il suo calvario con grande spirito di sacrificio e di offerta: “Anche se perdessi la vita, non la considererei sprecata, sapendo che almeno uno di quelli che avevo aiutato è diventato sacerdote al posto mio”.

Pubblicato il 12/12/2012

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