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9/8/2012 - Azerbaigian - Si cercano nuovi apostoli per una Chiesa in crescita
Foto dell'articolo -AZERBAIGIAN – SI CERCANO NUOVI APOSTOLI PER UNA CHIESA IN CRESCITA

(ANS – Baku) – In occasione delle Giornate di Studio sulla Presenza Salesiana tra i Musulmani, don Vladimir Fekete, Prefetto apostolico dell’Azerbaigian, è intervenuto con una testimonianza sulla realtà azera. Il suo contributo si è trasformato in appello, alla realtà salesiana e non, per nuovi apostoli disponibili per una Chiesa che sta vivendo un momento di “kairos”.

L’Azerbaigian è uno dai paesi dell’ex-Unione Sovietica, diventato indipendente e democratico dal 1991. Situato nel Caucaso, copre un territorio di 86,6 mila chilometri quadri e ha 9 milioni di abitanti. L’economia, basata sulle enormi risorse del petrolio e gas naturale, è forte e ciò imprime un deciso sviluppo, sopratutto nella capitale Baku (3 milioni). Perdura un conflitto sul territorio di Nagorno-Karabakh, residuo di quello armato tra Armenia e Azerbaigian (1992-1994), che crea circa 1 milione di profughi nel paese. La lingua è l’azero (gruppo turco), ma nello svolgimento del ministero educativo-pastorale si usano la lingua russa e l’inglese.

L’Azerbaigian ha antiche radici cristiane. Islamizzato da dieci secoli, è stato poi reso ateo durante gli anni 1917–1990; l’ultimo sacerdote cattolico fu ucciso nel 1936. La rinascita della Chiesa cattolica ha avuto inizio nel 1997 con l’arrivo del primo sacerdote diocesano, don Jerzy Pilus, che in due anni è riuscito a far riconoscere la comunità cattolica presso il governo.

Nel 2000  l’Azerbaigian è stato affidato ai Salesiani di Don Bosco. Nel 2001 la Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli ha costituito la “Missio sui iuris” di Baku. Il governo ha dato la possibilità di vivere e lavorare nella capitale per offrire il servizio spirituale ai cattolici stranieri che lavorano nel paese. La comunità salesiana svolge il ministero pastorale presso due chiese della capitale, il servizio sociale-educativo presso il Centro “Meryam” e diversi progetti tramite la Caritas Azerbaigian. Due le vocazioni locali sorte finora: un seminarista della Prefettura e un’aspirante FMA, ambedue ai primi passi della formazione.

Dopo settanta anni di comunismo, senza sacerdoti e senza chiese, la presenza cattolica era quasi scomparsa. Gli Azeri, che si considerano musulmani, per motivi storici sono abbastanza moderati e tolleranti. Il Governo democratico, con una forte figura del Presidente, si dichiara laico, separato dalla religione. Proclama il principio della tolleranza religiosa specialmente verso le religioni tradizionali (giudaismo, islam, chiesa ortodossa e chiesa cattolica).

Dopo la visita del beato Papa Giovanni Paolo II, avvenuta nel 2002, per la comunità cattolica la condizione è migliorata sotto vari punti di vista. La Chiesa cattolica è considerata una delle religioni tradizionali dell’Azerbaigian. Dal Presidente Heydar Aliev i salesiani hanno ricevuto un terreno per costruire una prima chiesa, consacrata dal Segretario di Stato card. Tarcisio Bertone nel anno 2007. 

Il secondo gruppo missionario - le Missionarie della Carità di Madre Teresa - ha aperto nel 2007 una casa per i senzatetto. È stato inaugurato un Centro pastorale presso la Cattedrale. Nel 2011, con la firma dell’accordo internazionale tra Santa Sede e Azerbaigian, la comunità cristiana è stata riconosciuta, grazie ad una nuova legge del 2009, e sono state concesse alcune agevolazioni fondamentali per le quali è possibile operare in maniera più agile nella vita sociale del paese. Nel Luglio 2011 la “Missio Sui Iuris” è stata elevata a Prefettura Apostolica dell’Azerbaigian e il Superiore della comunità Salesiana, don Vladimir Fekete, è stato nominato primo Prefetto Apostolico.

La nuova situazione apre a nuove opportunità e sfide; ma rimane ancora aperta la sfida principale: dove trovare le forze apostoliche, i missionari pronti con i quali affrontare tutti gli impegni e impiantare la Chiesa in questo paese?

Pubblicato il 09/08/2012

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