(ANS – Ljubljana) – Domenica 18 settembre è stata per il Rettor Maggiore, in visita all’Ispettoria della Slovenia, una giornata ricca di incontri. La celebrazione dei 20 anni di attività della scuola di Želimlje ha segnato un altro riconoscimento ufficiale per il lavoro che i figli di Don Bosco svolgono in questo paese.

“I Salesiani hanno compiuto una scelta molto rischiosa vent’anni fa, ma grazie al loro impegno oggi possiamo dire che il Ginnasio di Želimlje è una delle eccellenze della scuola slovena”. A esprimere questa considerazione è stato il Ministro dell’Istruzione e dello Sport della Slovenia, Igor Lukšič, intervenuto ai festeggiamenti. Alla celebrazione dell’anniversario erano presenti gli allievi e oltre 1.000 ex allievi del Ginnasio di Želimlje, cittadina a 20 km da Ljubljana.

Don Chávez ha ringraziato i genitori che “hanno affidato ai Salesiani la prosecuzione di quell’arte che è l’educazione dei propri figli” e ricordato come la formazione delle nuove generazioni debba considerare le grandi sfide internazionali.

Testimone della qualità educativa della scuola è stato, tra gli altri, anche il vescovo ausiliario di Ljubljana, mons. Anton Jamnik, che ha ricordato di essere stato presente già al momento dell’avvio di quella che è stata la prima scuola privata cattolica nella Slovenia appena uscita dal regime comunista e dalla guerra successiva allo sfaldamento dell’unione Jugoslava. I Salesiani con coraggio avviarono la scuola di Želimlje prima della proclamazione dell’indipendenza slovena, in un contesto politico in cui le leggi ancora non prevedevano l’apporto dell’iniziativa privata alla formazione scolastica. Quello che era stato il luogo di formazione per seminaristi si trasformava in una proposta culturale per ogni famiglia.

La giornata di ieri, che ha concluso la visita del Rettor Maggiore all’Ispettoria della Slovenia, ha avuto inizio con un cordiale incontro con le Figlie di Maria Ausiliatrice della comunità di Ljubljana Gornji Trg durante il quale Don Chávez ha presentato una riflessione sullo stato della vita consacrata. Poi, nella parrocchia di Santa Teresa del Bambino Gesù, affidata ai Salesiani, il Rettor Maggiore ha benedetto gli operatori e i sostenitori del progetto “Skala” la cui finalità è l’accoglienza dei ragazzi di strada. Paterno è stato l’incontro con i salesiani anziani e ammalati della comunità di Trstenik.

Nel pomeriggio, nel santuario di Maria Ausiliatrice a Ljubljana Rakovnik, l’arcivescovo, mons. Anton Stres, ha presieduto una solenne Eucaristia. Ogni anno la Metropolia di Ljubljana celebra la Domenica dei Servi di Dio, dedicata a coloro per i quali è stata introdotta la causa per la beatificazione. Durante la celebrazione di ieri è stato ricordato il Servo di Dio don Andrej Majcen, salesiano missionario in Cina e Vietnam.

Al termine della celebrazione Don Chávez ha inaugurato una lapide dedicata a don Majcen che fu definito il “Don Bosco del Vietnam”. Il vice-postulatore della causa di canonizzazione, don Anton Ciglar, ha ricordato come il salesiano missionario, che visse ultimi venti anni della sua vita nella casa di Ljubljana Rakovnik, spese la sua vita nell’estremo oriente asiatico dove oggi crescono le vocazioni sacerdotali e missionarie.

A conclusione della sua visita all’Ispettoria della Slovenia, il Rettor Maggiore ha espresso il suo apprezzamento per la ricchezza di opere e per lo spirito comunitario e gioioso che la anima. “Unica nota che non corrisponde a questo quadro - ha commentato - è la carenza di vocazioni, frutto questo della cultura oggi dominante anche in questo Paese dalle antiche tradizioni cattoliche”.

Pubblicato il 19/09/2011