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17/9/2011 - Slovenia - Fate a Maribor quel che Don Bosco ha fatto a Valdocco
Foto dell'articolo -SLOVENIA - FATE A MARIBOR QUEL CHE DON BOSCO HA FATTO A VALDOCCO

(ANS – Maribor) – “Come Don Bosco disse al giovane don Rua ‘Fai a Mirabello quanto hai visto a Valdocco’ così io, da successore di Don Bosco, dico a Voi ‘Fate a Maribor quel che Don Bosco ha fatto a Valdocco’.” È stata la raccomandazione che il Rettor Maggiore dei Salesiani, Don Pascual Chavez, ha fatto ai salesiani della Slovenia ieri, 16 settembre, in occasione della posa della prima pietra del nuovo Centro Don Bosco a Maribor.

Con questo importante atto ha avuto inizio la visita del Rettor Maggiore nella Ispettoria “Santi Cirillo e Metodio” della Slovenia. Accompagnato dal suo segretario, don Juan José Bartolomé, Don Chávez è giunto nella tarda mattina a Ljubljana. Nel primo pomeriggio, insieme all’Ispettore della Slovenia, don Alojzij Slavko Snoj, è giunto a Maribor Celje fermandosi brevemente nella comunità salesiana.

 

Nella seconda parte del pomeriggio, nei presi del luogo dove sorgerà il nuovo Centro Don Bosco, ha avuto luogo una celebrazione eucaristica in occasione della posa della prima pietra del cantiere. All’Eucaristia, celebrata sotto un tendone appositamente allestito, hanno preso parte oltre settecento persone. Molti i salesiani dell’Ispettoria della Slovenia presenti; le comunità del Montenegro e della Serbia, che appartengono all’Ispettoria SLO, erano rappresentate dai loro direttori. Hanno partecipato anche gli Ispettori dell’Ungheria, don Simon Manjooran, della Croazia, don Ivan Marijanović, e della Slovacchia, don Karol Maník.

 

Sono intervenuti, inoltre, l’arcivescovo di Maribor, mons. Marjan Turnšek, l’arcivescovo emerito della stessa diocesi, mons. Franc Kramberger, e il vescovo di Murska Sobota, mons. Peter Štumpf, salesiano. 

 

“Sono contento di essere qui! - ha detto il Rettor Maggiore - perché conosco le fatiche e le difficoltà che avete affrontato durante i venticinque anni della presenza salesiana in questa città”.

 

Don Chávez ha ricordato i tre punti chiave della scuola di felicità che ancora oggi i Salesiani, sulla scuola di Don Bosco, si impegnano a proporre ai giovani: sviluppare una visione positiva della vita, vedere quanto c’è di buono e di bello nella persona, nella società e nella Chiesa; sviluppare con l’educazione i talenti ricevuti per avere successo nella società, per cui è necessario che i giovani abbiano istruzione e lavoro: e, infine, essere amici di Gesù e di Maria, “Gesù non ruba niente ad un giovane!” ha sottolineato il Rettor Maggiore.

 

Al termine della celebrazione eucaristica una processione di concelebranti e autorità ecclesiastiche si è portata all’edicola dedicata a Maria Ausiliatrice. “Un segno di speranza - ha spiegato il parroco, don Jacob Terček - poiché la presenza di Maria incoraggia e accompagna quest’opera in costruzione”.

 

La visita del Rettor Maggiore, la seconda dopo quella del 2004, avviene nella ricorrenza dei 110 anni della presenza salesiana in Slovenia e dei vent’anni dall’indipendenza del Paese.

 

Pubblicato il 17/09/2011

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