(ANS – Madrid) – “La carestia nel Corno d’Africa non è causata solo dalla grave siccità, ma anche dal prezzo esorbitante di cibo e di ogni altra esigenza”, spiegano i missionari salesiani della missione di Jijiga, in Etiopia; che allo stesso modo avvertono come la situazione stia diventando insostenibile “perché quando il cibo non arriva a tutti la gente si arrabbia e nascono litigi”.
Nella Somaly Region etiope ci sono attualmente quattro campi profughi: Awbare, Shaber, Melka Dida e Dolo Addo, dove ogni giorno arrivano oltre un migliaio di persone per chiedere aiuto. “Ma i campi sono affollati e i sogni svaniscono” dicono i missionari. Preoccupa, soprattutto, il campo di Dolo Addo, che ospita oltre 80.000 rifugiati. “Non solo a causa della mancanza di cibo. Il campo è una continua latrina: cattivi odori ovunque, mosche... l’igiene non esiste. Infezioni, diarrea, malattie della pelle sono all’ordine del giorno e le risorse mediche e sanitarie non bastano per tutti” avvertono i Salesiani.
“Avere un pozzo è un dono” spiegano. “L’acqua è fondamentale per la sopravvivenza – aggiunge – Prima l’acqua si trovava a 10 metri di profondità, oggi dobbiamo raggiungere i 15 metri per trovare un po’ d’acqua e per soddisfare le esigenze di un popolo si dovrebbero raggiungere i 100 metri di profondità”.
Le Missioni Salesiane stanno lavorando per fornire oltre 2.000 razioni di cibo giornaliere e 10.000 litri di acqua due volte al giorno. La campagna “Emergenza Somaly Region” lanciata dalle Missioni Salesiane vuole aiutare i quasi 4 milioni di persone che vivono in quell’area dell’Etiopia.
Pubblicato il 15/09/2011