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14/9/2011 - Etiopia - Tra i profughi di Dolo Ado
Foto dell'articolo -ETIOPIA – TRA I PROFUGHI DI DOLO ADO

(ANS – Dolo Ado) – Dalla fine del mese di agosto Mattia Grandi, volontario della ONG salesiana VIS (Volontariato Internazionale per lo Sviluppo), è impegnato assieme a molti altri operatori sociali nel campo profughi per i rifugiati somali presente a Dolo Ado, nella Somaly Region, in Etiopia. Riportiamo una sintesi della sua testimonianza.

Dopo aver viaggiato per oltre 1000 km nel deserto etiope, il dr. Grandi raggiunge il campo per i profughi somali di Dolo Ado: 4 campi attivi e già sovraffollati: Bokolmayo, Melkadida, Kobe, e il recentissimo Helaweyn; si stima che circa 150.000 persone siano assistite all’interno.

“Nella struttura si mescolano etiopi, kenioti e somali, che cercano un alito di vitalità tra la miseria che guerra e carestia hanno loro portato in dono. Nel mezzo di questo caleidoscopio umano, si scorgono qua e là le insegne di organismi internazionali e agenzie umanitarie. Noi siamo ospiti di una delle ONG della Coopi.

I primi aggiornamenti che ci vengono riferiti non sono incoraggianti: il flusso degli arrivi, seppur in diminuzione, rimane costante. Vi sono giorni che vedono arrivare 200 rifugiati al giorno, altri che ne arrivano 1000, e poche settimane fa si sono registrati addirittura 2000 profughi giornalieri al pre-campo per la registrazione dei profughi, alla frontiera con la Somalia.

Si nota immediatamente che la stragrande maggioranza della popolazione ospitata è rappresentata da donne e bambini. Ancora più comune è trovare famiglie formate unicamente da una donna e 4-5 bambini di ogni età. Queste donne dalla tenacia straordinaria hanno affrontato le angherie, i soprusi e i saccheggi di Al-Shabaab, (gruppo insurrezionale islamista attivo tra Somalia ed Etiopia, ndr) la siccità, la moria del bestiame, la perdita di familiari, la lunga marcia nel deserto, le malattie, lo sconforto, e ancora Al-Shabaab. Le condizioni in cui arriva la maggior parte dei rifugiati, inoltre, sono drammatiche: malnutrizione, malattie respiratorie e infezioni intestinali sono solo alcuni dei fardelli che si portano sulle schiene ricurve, mentre negli occhi nascondono lo sconforto e la disillusione.

La crescente conflittualità (in Somalia e nella Somaly Region etiope, ndr), unita all’acuirsi della siccità, ha provocato immensi movimenti di migrazione interna e migliaia di sfollati cercano vie di fuga per mettersi in salvo. É difficile ricevere aggiornamenti dalle zone di conflitto e la situazione é costantemente in equilibrio precario.

Uno dei principali attori in questa emergenza é rappresentato dalle ONG e dagli Organismi Internazionali. Il VIS ha ricevuto l’invito ad operare direttamente dal Governo Etiope, tramite l’Agenzia governativa per i Rifugiati, (ARRA), in virtù dei considerevoli risultati raggiunti nei progetti implementati precedentemente con i rifugiati (Jijiga zone, campi di Aw-barre e Sheder, nel 2008). Nello specifico, al VIS é stato richiesto di sostenere le attività di distribuzione di beni alimentari all’interno del Transit Camp di Dolo Ado.

L’attività del VIS prosegue secondo due filoni: da un lato la risposta immediata all’emergenza e dall’altro la predisposizione del terreno per futuri interventi di sviluppo che possano in qualche modo prevenire nuove emergenze umanitarie. In questo modo, il VIS assicura il proprio sostegno non solo a migliaia di rifugiati somali, ma anche agli sfollati interni dell’Etiopia del Sud: ciò permette di evitare conflitti per le risorse tra questi due mondi, e di inventare un futuro per queste popolazioni”.

Il VIS aderisce e sostiene l’appello per l'Africa Orientale lanciato da AGIRE, (l’Agenzia Italiana di Risposta alle Emergenze), per garantire i necessari soccorsi e sostenere le attività di emergenza delle nove ONG, tra le quali il VIS, già presenti nei paesi colpiti del Corno d’Africa.

Pubblicato il 14/09/2011

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