“I reclutamenti forzati continuano, soprattutto nei villaggi della provincia del nord Kivu, e i bambini che tentano di fuggire vengono torturati o uccisi, a volte davanti ad altri bimbi, a titolo dimostrativo”, ha riferito Paolo Urbano, responsabile del settore sanitario della Cooperazione Italiana in un comunicato rilasciato ieri, 11 luglio, all’Agenzia Giornalistica Italia (AGI).
“I progressi nella lotta allo sfruttamento dei minori nei conflitti armati sono il frutto del ‘Programma di disarmo, demobilizzazione e reintegrazione’ coordinato dall’Unicef in collaborazione con Amnesty International e con diverse Ong internazionali. Secondo fonti mediche della Cooperazione italiana, presente a Kinshasa dal 1999 ed impegnata nel piano internazionale di liberazione dei minori, “la situazione è molto migliorata ma resta critica”.
“Il nostro lavoro - spiega ancora Urbano - consiste nel reinserimento sociale e civile dei bambini perché il reclutamento militare sconvolge la loro esistenza”.
Il comunicato dell’AGI attesta come l’Opera Don Bosco di Goma sia da sempre impegnata nell’accoglienza e nel recupero dei piccoli soldati liberati. Durante la ripresa della guerra civile nella regione del Kivu, nel 2008, il centro salesiano è stato il luogo in cui migliaia di sfollati in fuga dalla guerra hanno potuto trovare riparo e sostegno ed è servito come centro di coordinamento per varie organizzazioni umanitarie internazionali.
Nel novembre dell’anno successivo il Comitato spagnolo dell’Unicef ha insignito il centro con il Premio Internazionale “Los niños primeros” (Prima i bambini), perché, come riportato nella motivazione: “nel mezzo della guerra, delle violazioni e della miseria, questo centro ha accolto, educato, curato e nutrito circa 26.000 ragazzi”.
Pubblicato il 12/07/2011