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25/3/2011 - Bhutan - Come “ai tempi degli Atti degli Apostoli”
Foto dell'articolo -BHUTAN – COME “AI TEMPI DEGLI ATTI DEGLI APOSTOLI”
(ANS – Timphu) – Dopo 18 anni dalla sua ultima visita in Bhutan, mons. Thomas Menamparampil, salesiano, arcivescovo di Guwahati, ha potuto incontrato le piccole comunità cristiane del regno buddhista. In un contesto difficile, molti segni di speranza.

Grazie a un programma di formazione per i giovani bhutanesi mons. Menamparampil è riuscito a fare nuovamente visita in Bhutan, dove mancava dal 1993. “Ho iniziato il mio viaggio lo scorso 9 marzo partendo da Phuntsholing” ha raccontato il presule ad AsiaNews.

La visita è stata dura, ma entusiasmante e ha permesso al presule d’incontrare circa 300 cristiani organizzati in varie comunità. Molto difficili gli spostamenti tra i villaggi “ogni volta circa sette ore di auto”, ma la festosa accoglienza delle piccole comunità ha ripagato tutte le fatiche. “Nei piccoli villaggi, a oltre 2500 metri di quota, ho trovato una popolazione molto salda nella propria fede e desiderosa di conoscere e imparare il cristianesimo. (…) Qui tutti aspettano con ansia la visita di credenti cristiani che può dare loro ulteriori istruzioni. L’impressione che ho avuto è quella di vivere ai tempi degli Atti degli Apostoli”.

L’11 marzo, giunto a Timphu, la capitale, l’arcivescovo ha potuto celebrare la messa insieme agli unici cattolici del posto, una comunità ormai anziana, ma fedele e discreta, che negli anni è riuscita a farsi accettare dalle autorità.

Rispetto a 18 anni fa il numero dei cristiani è cresciuto, raggiungendo circa le 10mila unità, sebbene il governo scoraggi le religioni diverse dal buddismo in vari modi. “Nonostante questa situazione, non ho trovato cristiani preoccupati o scoraggiati. Essi pensano che trattando con gentilezza e amore i buddisti potranno ottenere un giorno la libertà religiosa”, spiega mons. Menamparampil.

In una terra molto orgogliosa della propria cultura e delle sue tradizioni, il cristianesimo ha bisogno di calarsi attraverso l’inculturazione. Conclude l’arcivescovo di Guwahati: “il concetto di ‘cultura’ è un argomento molto sensibile in Asia. La nostra sfida in tali situazioni è invitare le persone a una più profonda riflessione sulla propria identità, sul loro compito, sulla terra e sul loro destino”.

Pubblicato il 25/03/2011

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