Dopo sette giorni di studio, riflessione, preghiera e confronto, i Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice (fma) riuniti a Praga, insieme con i rappresentanti dei Salesiani Cooperatori e delle Volontarie di Don Bosco, hanno stilato obiettivi, priorità e modalità operative per realizzare una pastorale del primo annuncio più efficace.
Innanzitutto i partecipanti del seminario hanno chiarito il significato del termine “primo annuncio”, ritenuto preferibile ad altre soluzioni – prima evangelizzazione, pre-evangelizzazione, nuova evangelizzazione, ri-evangelizzazione – sia per la maggiore pertinenza e univocità del riferimento; sia perché è la formula adoperata dal “Direttorio Generale per la Catechesi”. Pertanto, rifacendosi ai documenti ecclesiali e ad altre riflessioni specialistiche, il primo annuncio è stato individuato nell’atteggiamento collettivo della Chiesa, che costituisce sempre la sua immagine pubblica e dunque il “primo annunzio” che il mondo riceve; e, in forma più specifica, nell’azione concreta, nella pratica quotidiana, di persone e gruppi particolari che si dedicano a questa forma di pastorale.
Procedendo in maniera analitica sono stati individuati i destinatari privilegiati e le circostanze concrete in cui questo tipo di evangelizzazione attualmente avviene. Sul primo versante si è convenuto dedicarsi a chi non conosce Dio, a chi è in ricerca religiosa o spirituale e a chi, pur battezzato, si è allontanato dalla fede. Dal punto di vista delle attuali sfide in Europa, sono state sottolineate il generale clima di precarietà e di timore verso il futuro, la secolarizzazione della vita pubblica e la compresenza di altre religioni, in primo luogo l’Islam.
Il terzo passo è consistito nella presentazione delle linee operative e delle strategie d’azione per il futuro. Per prima cosa Salesiani e fma hanno evidenziato come l’impegno missionario, al di là della responsabilità individuale, si rivolga alle comunità nel loro complesso. Successivamente sono state presentate modalità per il primo annuncio verso i giovani, coinvolgendoli in iniziative come la Giornata Mondiale della Gioventù o le attività del Movimento Giovanile Salesiano, in una prospettiva che li renda, in seguito, essi stessi annunciatori verso altri giovani. E anche l’impegno dei laici in questa prospettiva è stato ampiamente valorizzato, con il riconoscimento di un ruolo di primo piano nella pastorale familiare, che non si limiti a diffondere delle nozioni di catechismo, ma che renda testimonianza della ricchezza e delle opportunità che offre una vita realmente cristiana.
Grande attenzione, infine, è stata posta anche nella formazione degli annunciatori, che devono essere in grado di adattarsi alle diverse realtà con “immaginazione creativa e cuore aperto” e devono mantenere sempre un atteggiamento di rispetto e fiducia verso il prossimo.
Pubblicato il 11/11/2010