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1/10/2010 - Ecuador - La nazione vive un momento difficile
Foto dell'articolo -ECUADOR – LA NAZIONE VIVE UN MOMENTO DIFFICILE
(ANS – Quito) –  Vive ancora nella tensione l’Ecuador, a seguito dell’intervento dell’Esercito che ha liberato il Presidente, Rafael Correa, per diverse ore confinato in un ospedale da alcuni poliziotti ribelli.

La situazione in Ecuador era stata confusa già dalla prima mattina, alle 7, quando il Presidente Correa si è confrontato con gruppi di poliziotti scontenti (il corpo di Polizia è formato da 40.000 elementi) e vari manifestanti delle forze aeree – che avevano chiuso l’aeroporto – insoddisfatti per una legge che riduce i benefit delle categorie.

“Vi sfido a togliermi la vita”, ha detto il presidente Correa, che ha ottenuto in risposta vari spintoni e il lancio di un lacrimogeno in faccia. Scortato dalle sue guardie del corpo, Correa ha cercato di sfilarsi dalla folla, ma è stato aggredito e una delle sue guardie è rimasta ferita mentre tentava di impedire il suo trasferimento coatto all’ospedale della Polizia, dove il Presidente è stato detenuto dalle 21:00 (ora locale) fino alla liberazione da parte dell’Esercito.

L’Unione delle Nazioni Sudamericana (UNASUR), di cui Correa è Presidente pro tempore, e i suoi altri membri, si sono schierati a favore della democrazia. Alan García, Presidente del Perù, è stato tra i primi a dichiarare il dovere di mantenere e difendere l’assetto democratico; Evo Morales, Presidente della Bolivia, ha rilasciato dichiarazioni analoghe, e tutti hanno invocato che non si permettano più situazioni come questa. Anche l’Organizzazione degli Stati Americani (OEA) ha manifestato il suo sostegno al Presidente Correa, affinché in Ecuador prevalga la democrazia. Sostegno al Presidente eletto dell’Ecuador è venuto anche dal Messico e dagli Stati Uniti.

Una volta rientrato a “Palazzo de Carondelet”, sede del Governo, il Presidente ha ringraziato quanti lo hanno difeso e in particolare l’Esercito per la sua liberazione. Ha sottolineato come la Polizia sia rimasta vittima di una cattiva informazione e ha ritenuto l’episodio una cospirazione premeditata dei suoi oppositori.
 
La tensione rimane comunque alta nel paese, perché il Presidente Correa ha accusato Lucio Gutiérrez, suo principale rivale politico, di essere il mandante della rivolta, e la trattativa sugli stipendi dei poliziotti resta sempre difficile.

Pubblicato il 01/10/2010

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