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25/8/2009 - Brasile - La Famiglia Salesiana deve agire come movimento, ha detto il Rettor Maggiore
Foto dell'articolo -BRASILE - LA FAMIGLIA SALESIANA DEVE AGIRE COME MOVIMENTO, HA DETTO IL RETTOR MAGGIORE

(ANS – Corumbá) ”Come successore di Don Bosco, voglio essere con voi”. Con queste parole don Pascual Chávez ha salutato salesiani e studenti dell’Università Salesiana di Santa Teresa e del Collegio dell’Immacolata Concezione, all’aeroporto di Corumbá.
Durante il pranzo con salesiani, sacerdoti diocesani e il vescovo Mons. Segismundo Martínez, SDB, don Pascual Chávez ha condiviso un momento familiare e di grande allegria.

Nel pomeriggio la Famiglia Salesiana ha celebrato l’Eucaristia presieduta dal successore di Don Bosco. Nell’omelia il Rettor Maggiore ha puntualizzato: “Quattro devono essere le principali preoccupazioni del carisma salesiano a Corumbá: Vita e sua difesa, Famiglia, Educazione, Famiglia Salesiana”.
La domenica 23 agosto, a Campo Grande, il Rettor Maggiore don Padre Pascual Chávez ha incontrato al mattino, nel Collegio Don Bosco, i gruppi della Famiglia Salesiana, sottolineando che “la Famiglia Salesiana deve agire come Movimento, come famiglia spirituale, apostolica e missionaria”.

Poi ha avuto occasione di intrattenersi con i giovani in formazione iniziale, insieme all’Arcivescovo Mons. Vittorio Ravanello e al suo Vescovo ausiliare Eduardo. I novizi hanno cantato, danzando inoltre con ritmi della regione amazzonica.
Verso sera è iniziato l’incontro con i leader giovanili della parrocchia S. Giovanni Bosco di Campo Grande. Lì stesso si è celebrata l’Eucaristia. Dopo la comunione, il Rettor Maggiore ha ricevuto l’onorificenza di "Visitatore Illustre" concessa dal Consiglio Municipale della città.

Il 24 agosto, ultimo giorno della sua visita a Campo Grande, don Pascual Chávez Villanueva ha avuto una riunione con educatori, tecnici e amministratori del Collegio Salesiano Don Bosco, dell’Università Cattolica Don Bosco, del Collegio Maria Ausiliatrice, del Collegio Rui Barbosa, rappresentanti della Prefettura Provinciale e di altre case salesiane.

Il Rettor Maggiore ha insistito che la missione salesiana nel mondo è impensabile senza la presenza degli educatori. “Gran parte della missione salesiana compiuta fin qui è frutto vostro, degli educatori.” E nel nome di Don Bosco ha ringraziato tutti e ognuno. Poi ha continuato: “Il lavoro che si è fatto non è soltanto il migliore per i giovani che si trovano nelle nostre opere. È il migliore che voi avete fatto per il Brasile, per l’America Latina e per il mondo".

Il Rettor Maggiore ha conchiuso il suo discorso ripetendo: il padre e amico di Don Bosco si è convertito nel giovane. “Dobbiamo andare più in là dell’autorità istituzionale. I giovani sono stati capaci di scegliere i loro educatori, per scegliere chi, poi, si è convertito in autorità morale, la persona con la quale possono aprire il cuore".

Ciò malgrado, il Sistema Preventivo non è una teoria ma una forma concreta di mettersi in relazione con i giovani. Ricordò che Don Bosco era partito sempre dalla realtà di ogni giovane. Non aveva aspettato situazioni ideali per iniziare il suo lavoro. “Per gli educatori, deve trovare e stimare tutto ciò che i giovani hanno di buono”. E conchiuse: “Vale la pena fare ciò che stanno facendo. L’educazione della gioventù è la cosa migliore che si può offrire al mondo”.

Pubblicato il 25/08/09

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