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20/1/2016 - Israele - Beit Gemal: dove gli Ebrei incontrano il Vangelo
Foto dell'articolo -ISRAELE – BEIT GEMAL: DOVE GLI EBREI INCONTRANO IL VANGELO

(ANS – Beit Gemal)– Nei giorni scorsi si è molto parlato nel mondo di Beit Gemal a causa del vandalismo, da parte di ignoti, che ha colpito il cimitero dove sono sepolti Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice che hanno lavorato in quella casa, ex Scuola Agricola, da oltre cent’anni. Ma Beit Gemal non è solo questo.

di don Ilario Martinelli, SDB

Beit Gemal, con il suo “luogo santo” che conserva la memoria della prima tomba del Diacono Santo Stefano Protomartire e la tomba del venerabile Simone Srugi di Nazaret è soprattutto la meta di centinaia e centinaia di Ebrei che specialmente  di sabato visitano questo Santuario ed hanno la possibilità di un incontro con i Salesiani che volentieri li accolgono e rispondono, nella loro lingua, alle domande che pongono su Santo Stefano, su Gesù, su Don Bosco e sulla vita consacrata, argomenti che per loro costituiscono quel mondo un po’ indecifrabile che si chiama Chiesa Cattolica o Cristianesimo.

Sì, Beit Gemal è un punto di incontro e di dialogo, semplice se si vuole, non accademico, ma piccola parte di quel dialogo tra la Chiesa e l’Ebraismo, che la Santa Sede non si stanca di incoraggiare, come è avvenuto anche recentemente con la diffusione, il 10 dicembre scorso delle “Riflessioni su questioni teologiche attinenti alle relazioni cattolico-ebraiche”, sul tema “Perché i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili” (Rm 11,29).

“Questo importante ministero di dialogo ebreo\cristiano che si svolge a Beit Gemal è un prezioso spazio di riflessione per la Terra Santa – conferma don Stefano Martoglio, Consigliere per la regione salesiana del Medio Oriente –. Un luogo in cui si coltiva la memoria dei Santi, nella tomba di Santo Stefano, e la Parola di Dio. Una testimonianza di pace e di convivenza importante per una terra ricca di tanti fermenti e divisioni. La bellezza del luogo aiuta molto in questo raccoglimento e nella distensione dell’anima”.

“Nel dialogo ebraico-cristiano c’è un legame unico e peculiare, in virtù delle radici ebraiche del cristianesimo: ebrei e cristiani devono dunque sentirsi fratelli” ha ribadito appena domenica scorsa Papa Francesco, recandosi in visita alla sinagoga di Roma.

Pubblicato il 20/1/2016

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