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23/12/2015 - R.D. Congo - Don Bosco Bukavu cerca la sua strada per costruire un avvenire con i giovani emarginati
Foto dell'articolo -R.D. CONGO - DON BOSCO BUKAVU CERCA LA SUA STRADA PER COSTRUIRE UN AVVENIRE CON I GIOVANI EMARGINATI

(ANS – Bukavu)– I salesiani missionari impegnati nell’opera Don Bosco a Bukavu, avviata nel 2014, raccontano ad ANS la situazione attuale, le attività, le sfide e le speranze per il futuro. La comunità è composta dadon Robert, sacerdote novello, economo e preside della scuola; Domingo, salesiano coadiutore, incaricato del laboratorio di saldatura e meccanica e don Piero, direttore,  

Tutto si è svolto molto rapidamente. Abbiamo avuto appena il tempo di prendere possesso della nostra casa, e subito abbiamo dovuto pensare a organizzare l’apertura dell'anno scolastico, fissata al 7 settembre.Il nostro centro si trova nel territorio del Comune di Kadutu di fronte alla prigione centrale e a trecento metri da Piazza Indipendenza, dove si possono incontrare molti ragazzi di strada che esercitano le loro attività di sopravvivenza: lavare auto, portare pacchi e bagagli, scaricare nel canale la spazzatura del quartiere, rubare o mendicare.

La maggior parte di questi ragazzi ha un livello di istruzione molto limitato, hanno frequentato qualche anno di scuola elementare e poi hanno abbandonato perché le loro famiglie vulnerabili non riuscivano a pagare le tasse scolastiche. Altri ragazzi, vittime delle stesse condizioni, hanno trovato lavoro da scaricatori al porto di Bukavu.

Èper questo tipo di ragazzi che abbiamo aperto la nostra scuola, per dar loro l'opportunità di imparare un mestiere e di inserirsi nel mondo del lavoro. Abbiamo iniziato con un centinaio di apprendisti, il nostro centro non può ospitarne di più. Dato che la maggior parte di loro hanno da tempo abbandonato la scuola per la strada, ci è sembrato giusto di iniziare con l'alfabetizzazione e il ricupero scolastico per cercare di aggiornare le loro conoscenze.

Nei primi due mesii ragazzi hanno seguito lezioni di francese e di calcolo, hanno svolto attività sportive due volte alla settimana e siamo riusciti a preparare quasi tutti i giorni un pasto. Da metà novembreabbiamo iniziato la formazione professionale: tenendo conto dello spazio e delle attrezzature, abbiamo proposto ai ragazzi di seguire una formazione modulare di 8 mesi per imparare il mestiere di falegname, muratore, meccanico autista.

Apriamo ogni giornatacon il “buongiorno” - due parole di incoraggiamento dette da un confratello o da un animatore - e una breve preghiera. Cerchiamo di mettere in pratica le tre cose che Don Bosco raccomandava: preghiera, gioia e lavoro. Nonostante la ristrettezza del nostro spazio, il Centro Don Bosco accoglie, quattro pomeriggi alla settimana, un centinaio di giovani della scuola o dei dintorni per giocare.

Oltre cinquanta “aspiranti” seguono, una volta alla settimana, lezioni di francese e un'introduzione alla vita consacrata salesiana. Alcuni sono presenti all’oratorio del pomeriggio, altri fanno l'assistenza a scuola la mattina. Hanno anche una giornata di ritiro al mese. Speriamo di conoscerli meglio un po’ alla volta per aiutarli a discernere la loro vocazione. Una dozzina di giovani e adulti seguono un percorso per diventare Salesiani Cooperatori, abbiamo invitato gli exallievi a formare un loro gruppo.

Domingo partecipa alle attività domenicali della cappellania del carcere, un gruppo ben organizzato di persone, consacrati e laici, che si danno da fare per vivere la misericordia con i fratelli prigionieri. Chiedono ai salesiani di impegnarsi nella formazione dei minorenni– una trentina per il momento - collocati in una sezione separata del carcere. Il presidente del tribunale per i minorenni è d’accordo e ci chiede di accogliere i ragazzi che escono di prigione perché possano imparare un mestiere da noi.

Don Bosco ai salesiani ha promesso: pane, lavoro e paradiso. Attraverso la scuola, il buongiorno del mattino, i giochi, le passeggiate, i pasti, l’oratorio, la preghiera, insomma, con la nostra presenza vogliamo trasmettere questa eredità ai ragazzi emarginati. A Bukavu, come altrove, li accogliamo come in una nuova famiglia, insegniamo un mestiere che consentirà loro di vivere onestamente, cerchiamo di mostrare loro l’amore misericordioso del Signore. Con l’aiuto di confratelli, cooperatori, exallievi, aspiranti, collaboratori…, Don Bosco Bukavu giorno dopo giorno cerca la sua strada per costruire un avvenire con i ragazzi lasciati ai margini della società.

Pubblicato il 23/12/2015

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