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26/11/2015 - Nepal - Un paese che continua a soffrire
Foto dell'articolo -NEPAL – UN PAESE CHE CONTINUA A SOFFRIRE

(ANS – Kathmandu) – Dopo varie settimane di silenzio, giungono nuovi aggiornamenti sulla situazione nel paese himalaiano, colpito in primavera da 2 violentissime scosse di terremoto; e purtroppo non sono dei migliori. “Preghiamo per il popolo del Nepal, perché soffre di nuovo, e questa volta, non per calamità naturali, ma per azioni umane”, riporta don George Menamparampil, Responsabile del “Bosconet” di Nuova Delhi.

“Ho compiuto il mio terzo viaggio in Nepal dopo il terremoto. Siamo stati in grado di andare solo al villaggio più vicino, a causa della grave carenza di carburante. Ma quella visita è stata abbastanza” ha scritto il Salesiano.

La gratitudine della popolazione verso la Famiglia Salesiana è enorme: “Il capo-villaggio ci ha detto ‘per noi Don Bosco è Dio’. So che non intendeva che per lui la persona di Don Bosco è Dio, ma che ciò che i Salesiani di Don Bosco hanno fatto per loro dopo il terremoto ha rappresentato Dio stesso che gli andava incontro a braccia aperte, con le mani piene di cose per le loro esigenze e con il cuore pieno di amore. (…) Sono stato anche felice di vedere il loro ottimismo e la nuova unità che hanno creato lavorando per il miglioramento del loro villaggio”.

Tuttavia la situazione politico-sociale rimane inquieta. Le agitazioni sorte per l’approvazione della nuova Costituzione, laica e democratica, ancora continuano, dopo oltre 3 mesi dalla promulgazione del testo legislativo.

Al confine meridionale, con l’India, sussiste una sorta di blocco, che costituisce un vero problema per la popolazione nepalese, anche perché le strade che collegano il paese alla Cina, sul confine settentrionale, sono estremamente difficili da percorrere in inverno, oltre che molto lunghe.

“Il Nepal è un paese piccolo e povero, il 19° più povero al mondo – riporta don Menamparampil –. Non produce direttamente petrolio, o gas naturali, e non soddisfa il proprio fabbisogno di numerosi beni di prima necessità, tra cui i materiali da costruzione. L’economia è paralizzata. I funzionari del governo non si trovano nei loro uffici. I documenti per il rinnovo della registrazione della nostra Società, la documentazione per quanto riguarda i conti… sono bloccati in un ufficio governativo”. Inoltre il carburante è razionato e la scorta che con buona previsione aveva accumulato don Jijo John pochi giorni prima che iniziasse il razionamento è quasi terminata.

Pubblicato il 26/11/2015

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