(ANS – Kathmandu) –Non è un periodo semplice quello attuale per la popolazione nepalese. Alle difficoltà dovute al post-terremoto si aggiungono attualmente conflitti politico-religiosi e altre difficoltà pratiche e organizzative che stanno rallentando la ricostruzione.

La situazione nel paese è particolarmente tesa dopo la promulgazione della nuova Costituzione - a lungo rinviata e poi approvata il 20 settembre scorso - che definisce il Nepal uno stato secolare e federale.

Fatta eccezione per alcuni partiti e gruppi nazionalisti, la Carta ha incontrato il favore della maggior parte della popolazione. Tuttavia alcune frange estremiste nei giorni precedenti e successivi alla votazione hanno causato disordini, provocato proteste di piazza – che hanno lasciato sul campo morti e feriti – e incendiato chiese.

“‘Don Bosco’ non è stato toccato. Forse l’aiuto generalizzato offerto dopo il terremoto ha giovato alla nostra reputazione di organizzazione cristiana aperta, al servizio di tutti, senza discriminazioni” riporta don George Menamparampil, responsabile della Procura Missionaria Salesiana di Nuova Delhi. 

“Non è da lungo tempo che è finita la monarchia; la democrazia, il governo della maggioranza, la costruzione del consenso, il rispetto delle minoranze… sono ancora elementi nuovi per le persone e per i partiti politici. Possiamo solo sperare per il meglio” conclude il salesiano, sottolineando le sfide che attendono il paese himalayano, dove peraltro l’esigua minoranza cristiana – appena lo 0,5% della popolazione – non può neanche registrarsi come istituzione religiosa.

Intanto anche i progetti di ricostruzione fisica delle strutture stanno vivendo un momento di pausa. Oltre che per il clima di agitazioni sociali, nuovi ostacoli sono causati dal perdurare della stagione monsonica; dal cambiamento nei regolamenti governativi in merito all’edificazione di nuove scuole – dato che una nuova disposizione obbliga a realizzare tutti istituti di due piani – e, infine, dal tradizionale periodo di festività nepalesi che occorre in queste settimane tra fine settembre e inizio ottobre.

Tale circostanza, tuttavia, servirà quantomeno ad offrire un periodo di riposo al Direttore del Don Bosco Relief Team, don Jijo John, che dal 25 aprile scorso non ha smesso un giorno di operare per i bisognosi del paese, nemmeno di domenica.

In questo scenario, ad ogni modo, prosegue il corso di formazione edile per i giovani manovali addetti all’edificazione delle scuole. Secondo i piani di don Jijo, i lavori potranno riprendere dal 1° novembre.

Pubblicato il 8/10/2015