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21/9/2015 - Cuba - “Cosa ha Cuba che in meno di 20 anni l’hanno visitata tre Papi?”
Foto dell'articolo -CUBA – “COSA HA CUBA CHE IN MENO DI 20 ANNI L’HANNO VISITATA TRE PAPI?”

(ANS – L’Avana)– “Cosa ha Cuba che in meno di 20 anni l’hanno visitata tre Papi?”. È una domanda che si sono poste alcune Messicane a L’Avana, e che ben si presta per riflettere sul presente e soprattutto sul futuro di Cuba. Papa Francesco, nell’Eucaristia celebrata ieri, domenica 20 settembre, nella Plaza de la Revolución, ha centrato le sue riflessioni sullo spirito di servizio, che non è “servilismo” bensì un modo di porre “al centro della questione il fratello”: si guarda il “volto del fratello”, si “tocca la sua carne”, si “sente la sua prossimità fino in alcuni casi a ‘soffrirla’”.

Caruchy Castellanos, in un articolo pubblicato sul sito dei Salesiani a Cuba, risponde alla domanda delle messicane. E sì, Cuba ha molto di speciale. La lista potrebbe essere infinita e ognuno potrebbe dire la sua. La verità è che - sostiene Castellanos – “abbiamo avuto il privilegio di ricevere tre Papi in diversi momenti storici della nazione, che hanno aperto porte, chiudendo delle ferite, che per anni hanno segnato il nostro popolo”.

Stavolta Papa Francesco è arrivato in un clima di riconciliazione, e ha agito come rappresentante della Chiesa. Un Papa che gode già di una grande popolarità e che la sfrutta nei tempi opportuni per piantare il seme della fede e incoraggiarla a crescere e a rafforzarsi nel cuore dei Cubani.

Per questo anche i Salesiani a Cuba hanno voluto essere protagonisti di questa storia. Cinque giovani della parrocchia “San Juan Bosco” del quartiere La Víbora, selezionati dalla Pastorale giovanile di L’Avana, erano nel comitato d’accoglienza ufficiale all'aeroporto José Martí. Agitati, ma felici, sono partiti molto presto per ricevere la benedizione del Santo Padre.

Mentre altri, delle due parrocchie salesiane di L’Avana, si sono posizionati su Avenida Bolleros per salutare il Papa al suo passaggio e mostrargli il cartellone con su scritto “i Salesiani ti salutano”.

Da parte sua Papa Francesco ha commentato cheil vero servizio è quello che “serve”; tuttavia, ha ammonito, “dobbiamo guardarci dall’altro servizio, dalla tentazione del servizio che si serve”. C’è quindi il rischio di avere un interesse di “beneficiare i miei, in nome del nostro”, lasciando sempre i “tuoi” e generando così “una dinamica di esclusione”.

Evitando le tentazioni del “servizio che si serve”, siamo chiamati da Gesù a “farci carico gli uni degli altri per amore”, evitando di “guardare accanto per vedere che cosa il vicino fa o non fa”.

Questo spirito di servizio, non è “servilismo” bensì un modo di porre “al centro della questione il fratello”: si guarda il “volto del fratello”, si “tocca la sua carne”, si “sente la sua prossimità fino in alcuni casi a ‘soffrirla’”. Nel servizio non c’è mai nulla di “ideologico”, perché rivolto alle “persone” e non alle “idee”.

Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito dei Salesiani di Cuba.

Pubblicato il 21/09/2015

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