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15/6/2015 - Nepal - “Don Bosco, rappresentato da ciascuno di noi, è benvenuto ovunque”
Foto dell'articolo -NEPAL – “DON BOSCO, RAPPRESENTATO DA CIASCUNO DI NOI, È BENVENUTO OVUNQUE”

(ANS – Kathmandu) – Purna Kumar Dangol è insegnante presso il Don Bosco Technical School “Thecho” di Kathmandu, in Nepal. Negli ultimi 4 anni ha tenuto i corsi per elettricisti, ora collabora con il Don Bosco Relief Team. Ecco la sua storia.

Vivo a Bulu, a mezz’ora a piedi dalla scuola. Il 25 aprile, giorno della prima grande scossa, la mia casa e quella dei miei vicini non sono crollate, mentre alcune più deboli a poca distanza sì; tuttavia, nessuno è morto. (...)

Fino al terremoto litigavamo e discutevamo tra vicini. Ora cuciniamo insieme, mangiamo insieme, dormiamo sotto lo stesso fragile rifugio. Posso dire una cosa buona di questo terremoto: ci ha fatto incontrare e avvicinare.

Il giorno dopo il terremoto, di domenica, abbiamo incontrato don Jijo John, SDB. Siamo stati felici di vedere che gli edifici scolastici non erano stati affatto danneggiati. (...) Gli abbiamo detto che avevamo sentito in giro che altri villaggi non erano stati fortunati come il nostro. Ci ha chiesto di andare a scoprire cosa stava accadendo. Ci ha dato la sua motocicletta e la macchina fotografica.

Siamo andati a Lele, a circa 10 km di distanza. Abbiamo visitato tutti i 9 rioni del villaggio. I danni erano molti, quasi totali. Abbiamo chiacchierato con la gente, solidarizzato con loro e scattato molte foto e ho detto loro che eravamo di Don Bosco e che avrei chiesto ai padri se potevamo estendere l’aiuto anche a loro.

Tornato al Thecho, don Jijo non ha esitato un attimo. Siamo saliti sul suo fuoristrada e siamo andati alla ricerca di cibo. (…)

Dal lunedì successivo abbiamo avuto notizia di molti altri villaggi in condizioni di estrema difficoltà. Beh, abbiamo ampliato le nostre operazioni passo dopo passo, tenendo traccia dei posti già visitati. Quando abbiamo iniziato a ricevere messaggi che assicurano sostegno economico, ci siamo procurati grandi quantità di materiali e distribuito generi di prima necessità a ciascuna famiglia per 5 giorni, in modo da non dover tornare in ogni villaggio quotidianamente.

In diversi villaggi siamo stati i primi a fornire aiuti. Lo abbiamo fatto in modo imparziale e senza condizioni preliminari. Non molto tempo fa ci vedevano solo come un’istituzione educativa, gestita da un gruppo di cristiani indiani. Ora ci vedono come esseri umani con una forte empatia per tutti i bisognosi. (...)

La fiducia della gente è cresciuta e oggi Don Bosco, rappresentato da ciascuno di noi, è benvenuto ovunque – nelle famiglie, nei villaggi, negli uffici governativi. (…)

Da allora e fino ad oggi vengo qui alla scuola Don Bosco il prima possibile. Sono “di turno” tutti i giorni, anche se non come un “Insegnante di componentistica elettrica” a scuola! Non ho preso un giorno di riposo, perché non ho visto don Jijo prendere un solo giorno di riposo. Lui è una fonte d’ispirazione per noi come, suppongo, Don Bosco è una fonte d’ispirazione per lui!

Pubblicato il 15/06/2015

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