(ANS – La Paz) – Da ottobre 2014 ad aprile 2015 l’Università Salesiana della Bolivia (USB) e il Volontariato Internazionale per lo Sviluppo (VIS), in collaborazione con la Defensoria del Pueblo e con il patrocinio della Conferenza Episcopale Boliviana, hanno realizzato un Master di I livello in Diritti dell’Infanzia.

Il Master costituisce la prima importante azione del progetto triennale “D.A.I. Bolivia – Diritti dei Bambini in Bolivia” co-finanziato dalla Conferenza Episcopale Italiana (CEI) e gestito da varie entità salesiane – Sociedad Salesiana, dalla Università Salesiana della Bolivia, da Escuelas Populares de Don Bosco e dalla Oficina de Proyectos para Bolivia – in collaborazione con il VIS.

Il master, partecipato da 230 allievi, ha seguito un approccio teorico-pratico, ispirato al Sistema Preventivo salesiano, e ha utilizzato lezioni frontali (2 moduli) e sessioni online (4 moduli), lasciando agli allievi la responsabilità di partecipare attivamente al confronto e allo scambio attraverso una piattaforma online adibita dall’USB. I docenti, latinoamericani ed europei, accademici e professionisti di importanti organismi internazionali (ILO, UNICEF…), hanno accompagnato i formandi per 7 mesi e attraverso le 19 prove previste.

L’approccio multidisciplinare ha sintetizzato spunti di diritto, pedagogia, psicologia, sociologia, storia; differenti livelli di analisi, (legale, culturale, di prassi…); e fonti accademiche e non accademiche.

I contenuti sono stati pensati specificatamente per il contesto boliviano: il diritto all’educazione ed al gioco è accostato al tema del lavoro infantile, problematica molto delicata nel paese; il diritto alla famiglia è una delle maggiori sfide in una realtà in cui sono poco sviluppate l’adozione nazionale e l’affido e sono invece molto diffuse le lunghe permanenze in grandi orfanotrofi; il diritto a essere protetti dalla violenza è un’altra sfida per chi spesso ha di fronte situazioni di abuso, maltrattamenti, negligenza gravi e bullismo; e attenzione specifica è stata data anche ai diritti dei bambini che hanno commesso un reato o ai bambini con disabilità, dato che nel paese manca ancora un’applicazione adeguata delle leggi in materia.

“Da ultimo, il Master ha sottolineato con forza il ‘principio della partecipazione’, ossia il diritto riconosciuto al minore di ‘dire la sua’ sulle questioni che lo concernono” ha spiegato Lorenzo Marfisi, coordinatore di progetto e docente del Master.

Il percorso è stato esigente e dall’esito non scontato: solo l’80% dei partecipanti è stato ammesso alla prova finale. Già si pensa ad una seconda edizione.

Pubblicato il 8/04/2015