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30/3/2015 - Guatemala - Il sacrificio e la missione
Foto dell'articolo -GUATEMALA – IL SACRIFICIO E LA MISSIONE

(ANS – San Benito) – Il valore dei sacrifici, la costanza, l’impegno missionario dei laici, sono al centro di una riflessione del salesiano don Giampiero de Nardi, missionario in Guatemala, in vista della Pasqua.

Sacrificio, questa parola, che tanto urta la nostra sensibilità, normalmente la associamo a dolore, a perdita, a qualcosa di negativo. In realtà non lo è, ma ad una condizione. Quante mamme e papà si svegliano la notte per accudire i figli che piangono... e non gli costa assolutamente, perché è loro figlio... lo amano!!! O quello che fa un innamorato... Un sacrificio fatto per amore non costa nulla a chi lo fa. Il sacrificio di Gesù ci svela il volto di Dio-Amore, che sacrifica quello che ha di più prezioso, la vita del suo figlio amato, per dirci quanto ci ama! Guardando la croce, allora, ciascuno di noi può trovare la forza per affrontare la paura. (…) Vi riporto una testimonianza.

Racconta Candelaria, l’incaricata della cappellina in Vista Hermosa, che un tempo tale quartiere era davvero pericoloso (in realtà è ancora uno dei quartiere più problematici della parrocchia, con molti omicidi, ed è il luogo in cui facciamo l’oratorio, per dare un’alternativa). C’erano bande malavitose che ogni giorno facevano vittime. Una volta un ragazzo, scappando ad un agguato, si rifugiò nella cappellina proprio mentre era in corso il catechismo e i suoi inseguitori non esitarono a sparare 5 colpi attraverso il portone chiuso per ucciderlo – grazie a Dio sono andati a finire tutti sull’altare e sono rimbalzati sul tetto senza colpire nessuno!

La gente ha iniziato ad andarsene perché non voleva più vivere lì. La cappellina si svuotò. Solo Candelaria continuava ad andarci, dapprima con 3 signore, poi da sola, perché tutti temevano di essere uccisi o derubati. 

Ma lei continuava ad andare e a pregare, leggendo il libro di Ester, che il nemico non le arrecasse alcun male. Iniziò a visitare le famiglie della zona e a leggere con loro la Bibbia. Andare sola per la strada era molto pericoloso. Una volta venne fermata, probabilmente per derubarla. Lei citò la Bibbia e chiese a quegli uomini perché agivano a quel modo. Il Signore gli toccò il cuore e la lasciarono andare.

Ora la comunità in Vista Hermosa ha già una quarantina di famiglie cattoliche che il giovedì partecipano all’Eucaristia. Il suo sforzo di evangelizzare ha reso il quartiere molto più vivibile. Sono le persone come Candelaria che possono davvero fregiarsi del termine “missionario” e che, con il loro vivere il cristianesimo, rendono il mondo migliore.

Pubblicato il 30/03/2015

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