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30/3/2015 - RMG - “Andai in Africa per vivere vicino ai poveri e ho sempre potuto farlo. Di questo ringrazio Dio”
Foto dell'articolo -RMG – “ANDAI IN AFRICA PER VIVERE VICINO AI POVERI E HO SEMPRE POTUTO FARLO. DI QUESTO RINGRAZIO DIO”
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(ANS – Roma) – Da 6 anni direttore del Centro Don Bosco Ngangi, di Goma, in uno dei contesti più travagliati del mondo, per calamità naturali e guerre; nei 40 anni precedenti, missionario a Lubumbashi, sempre nella Repubblica Democratica del Congo: don Piero Gavioli è un salesiano dal curriculum missionario molto lungo, che ha speso e spende volontariamente la sua vita con e per i poveri. Ecco come racconta oggi la sua esperienza a Goma.

di Gian Francesco Romano

Qual è la situazione attuale nel Nord Kivu? Recentemente sono state riportate nuove violenze, rapimenti…

Manco da un mese dalla R.D. Congo e quanto so l’ho letto da alcune agenzie su alcuni arresti di attivisti. Ma posso dire che purtroppo questi avvenimenti sono una cosa “endemica”. Goma è stata liberata nel 2013 dai gruppi ribelli, ma questi sono ancora a Nord, nella foresta; la regione non è ancora del tutto pacificata.

Secondo lei, cosa si dovrebbe fare per risolvere il problema dei continui scontri?

Favorire lo sviluppo e il lavoro. I ragazzi che s’impegnano nelle milizie lo fanno perché non hanno avvenire, né lavoro, né opportunità. I Vescovi del Kivu hanno definito lo Stato “dissoluto”, cioè che non cura gli interessi della gente, ma solo i propri. Il Kivu è una regione ricchissima, ma i benefici non arrivano alla popolazione. Se si favorisse il lavoro, non ci sarebbero più ragioni per fare la guerra. Eccetto forse gli interessi delle multinazionali.

Di fronte a queste realtà, c’è il rischio di sentirsi isolati, come una “cattedrale nel deserto”?

Noi crediamo che l’educazione è la miglior maniera per aiutare i giovani a svilupparsi e poi per trovare un lavoro. Considerato il contesto sociale, cerchiamo di formarli all’auto-imprenditorialità. Facciamo corsi brevi per parrucchiere, falegnami… con cui i giovani possono sin da subito avviare un’attività e vivere dignitosamente. E poi non ci sentiamo isolati, siamo in relazione con tante altre ONG che ci apprezzano e ci aiutano.

Quale insegnamento che ha ricevuto dalla sua esperienza a Goma?

Devo dire che quando Papa Francesco ha iniziato a dire che la Chiesa deve essere vicina agli ultimi, lasciare le porte aperte… ho trovato una conferma di quello che ho cercato di vivere. Penso sia stato questo l’incoraggiamento più importante di questi ultimi anni.

Sono stato ordinato prete quand’ero già in Africa e uno dei motivi era questo. Sapevo di non poter risolvere tutti i problemi della gente e per me essere prete significava anche poter offrire, nella messa, tutta la sofferenza di chi mi stava accanto.

Ero andato in Africa per vivere vicino ai poveri e ho sempre potuto farlo. E di questo ringrazio Dio.

Pubblicato il 30/03/2015

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