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10/3/2015 - RMG - Verso il Convegno Internazionale di Pedagogia Salesiana. Alcuni spunti di riflessione - 1
Foto dell'articolo -RMG – VERSO IL CONVEGNO INTERNAZIONALE DI PEDAGOGIA SALESIANA. ALCUNI SPUNTI DI RIFLESSIONE - 1

(ANS – Roma) – Avrà luogo la settimana prossima a Roma, dal 19 al 21 marzo 2015, il Convegno Internazionale di Pedagogia Salesiana “Con Don Bosco, educatori dei giovani nel nostro tempo”, uno dei grandi appuntamenti di quest’Anno Bicentenario. In preparazione a quell’evento ANS ha rivolto alcune domande a don Vito Orlando, SDB, Vicerettore dell’Università Pontificia Salesiana, coordinatore del convegno.

Da molti anni si sente parlare di “emergenza educativa”. Che cosa può aiutare a cogliere il significato più vero di questa espressione?

È vero, di “emergenza educativa” si parla da molti anni. Credo, tuttavia, che non sia inutile qualche precisazione.

Se guardiamo all’emergenza come ad una situazione di allarme, che indica un pericolo, potremmo farci prendere dal panico, assumere atteggiamenti di ansia e accettare qualsiasi forma di soluzione del pericolo.

Se il termine emergenza lo prendiamo nella sua radice e significato più profondo, siamo chiamati a fare attenzione, a qualcosa che sta e-mergendo, che si comincia a intravedere e che chiede attenzione e impegno di comprensione perché ci riguarda e dobbiamo prendercene cura.

Se guardiamo alla “emergenza educativa” da questo secondo punto di vista, ciò che è emerso sempre più chiaramente in questi anni è la difficoltà di educare e la crisi dei modelli educativi. I profondi cambiamenti sociali, culturali e comunicativi hanno provocato un disorientamento negli adulti, che si trovano spesso nella difficoltà di comprendere il loro ruolo e la loro responsabilità educativa e corrono il rischio di cedere alla tentazione di rinunciare al compito.

In verità (come scrisse Benedetto XVI nella sua Lettera alla Diocesi e alla Città di Roma) non si può far ricadere tutto sulle responsabilità individuali perché vi è “una mentalità e una forma di cultura umana che portano a dubitare del valore della persona umana, del significato stesso della verità e del bene, in ultima analisi della bontà della vita”.

Quali sono secondo lei, oggi, i principali bisogni educativi delle giovani generazioni?

Quanto più si prende consapevolezza dei profondi cambiamenti culturali e della loro portata antropologica, tanto più l’attenzione va a ciò che può accrescere fiducia e speranza, sia negli adulti, sia nei giovani. I giovani oggi hanno bisogno di punti di riferimento che li aiutino a individuare il loro cammino di crescita.

Da tempo sto cercando di indicare che c’è bisogno di offrire una bussola per aiutare e trovare la rotta e sostenere nel cammino. I giovani hanno bisogno di fondamenti, alcune convinzioni che possono aiutare a costruirsi come persone, di individuare obiettivi che aiutino a valorizzare le capacità e diano senso agli impegni, di cardini che possano illuminare e motivare gli sforzi e la possibilità di contare su compagni di viaggio con i quali condividere la costruzione della pienezza di vita.

Pubblicato il 10/03/2015

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