(ANS – Torino) – Il pomeriggio della Festa di Don Bosco per i superiori maggiori dei 30 gruppi della Famiglia Salesiana riuniti a Valdocco è stato dedicato a esaminare e a praticare i modi per intensificare i legami reciproci.
di Antonio Labanca
Dopo la comunicazione del Rettor Maggiore della nomina di don Eusebio Muñoz Ruiz a suo delegato per il Segretariato della Famiglia Salesiana (v. notizia) , i circa 40 partecipanti si sono recati alla Cappella Pinardi per pronunciare la professione di comunione e di appartenenza a Don Bosco, alla Famiglia Salesiana e alla Chiesa. Significativo che questo momento, per una serie di circostanze, si sia svolto nel luogo di cui Don Bosco prese possesso con i suoi ragazzi nel 1846 per aprire il suo oratorio. “Noi non siamo adolescenti che per crescere devono prendere le distanze dal loro padre” ha commentato il Rettor Maggiore, “al contrario le nostre istituzioni possono crescere nella misura in cui prendiamo coscienza di avere Don Bosco come padre”.
I rappresentanti dei gruppi della Famiglia Salesiana si sono confrontati su cosa possa rendere più reale il legame fra di loro, senza moltiplicare inutilmente gli appuntamenti ma puntando a trovare in ogni nazione un modo per sintonizzarsi insieme. Sono poi andati in basilica a condividere con i fedeli e il Movimento Giovanile Salesiano la celebrazione eucaristica presieduta da Ángel Fernández Artime.
Nella sua omelia, il Rettor Maggiore ha puntato su una originale definizione di Don Bosco: “In un'epoca difficile, lui fu un tessitore di alleanze non solo fra Dio e il suo popolo ma anche tra i fratelli e le sorelle del popolo”. Ed ha aggiunto: “Egli è stato veramente straordinario, ma come ognuno di noi può esserlo. Il Vero e Unico Grande è Dio!”.
Pubblicato 01/02/2015