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23/1/2015 - Argentina - Dedicata a Don Bosco una parrocchia interamente “villera”
Foto dell'articolo -ARGENTINA – DEDICATA A DON BOSCO UNA PARROCCHIA INTERAMENTE “VILLERA”

(ANS – Buenos Aires) – Nel quartiere di La Corcava, municipio di San Martín – una di quelle periferie di Buenos Aires in cui era solito recarsi anche mons. Jorge Mario Bergoglio – è stata recentemente eretta la prima parrocchia interamente villera, cioè situata in una villa miseria, una baraccopoli. È stata dedicata a San Giovanni Bosco perché, anche se non è salesiana, il santo dei giovani ha molto a che vedere con l’Argentina e con i giovani emarginati delle periferie.

Nel 2014 il registro dei battesimi conta 600 nomi. Dieci volte di più dell’anno precedente, quando il sacerdote doveva arrivare da fuori per battezzare i residenti, solo in determinate occasioni. Ed è così un po’ per tutti i sacramenti, che con il nuovo parroco hanno avuto una impennata verso l’alto.

Il neo parroco, don José Maria di Paola, amico e collaboratore del futuro Papa ai tempi in cui questi era arcivescovo di Buenos Aires, applica uno dei suggerimenti pastorali più originali di Papa Francesco: disseminare il territorio di cappelle. Don di Paola ne ha fatte aprire 9 e tutte prendono vita rapidamente: anziani, giovani, donne e molti uomini le frequentano, come probabilmente non si era mai visto da queste parti.

In periferie come quelle da molto tempo la Chiesa Cattolica sta perdendo fedeli. Secondo il “Pew Research Center” nel Latinoamericana tra il 1970 e il 2014 la popolazione cattolica è passata dal 92% al 69% del totale; mentre le chiese “protestanti” – soprattutto evangeliche – sono passata in media dal 4% al 19%.

“Non posso verificare i dati, ma non mi sorprendono” ha spiegato don di Paola al giornalista Alver Metalli. “È così da decenni, c’erano chiese evangeliche a iosa nella villa 21, dove sono stato 12 anni e ci sono qui dove sono adesso. E non solo evangelici, ci sono anche quelli che praticano riti umbanda e culti spiritisti. La gente cerca il rapporto con Dio, sente che la vita ne trae beneficio; dove qualcuno li richiama a questo lì vanno, se sono evangelici vanno da loro, se sono spiritisti vanno dagli spiritisti, anche se con più cautele”.

Eppure non è detto che il flusso sia inarrestabile: “Tra i battezzati di oggi – raccontava nello scorso dicembre il parroco – c’erano dei figli di evangelici. (…) Dove la Chiesa torna ad essere presente, vicina ai corpi e alle anime, un ospedale da campo che lenisce le ferite, lì chi si è allontanato ritorna con una certa facilità”.

Pubblicato il 23/01/2015

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