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8/12/2014 - RMG - La Famiglia Salesiana continua a realizzare il sogno di Don Bosco
Foto dell'articolo -RMG – LA FAMIGLIA SALESIANA CONTINUA A REALIZZARE IL SOGNO DI DON BOSCO
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(ANS – Roma) – Dopo la sua Ordinazione presbiterale (5 giugno 1841) Don Bosco, nella chiesa dove ha celebrato la prima Messa, nella festa dell'Immacolata Concezione dello stesso anno, incontra il giovane Bartolomeo Garelli. Dopo quel primo incontro, ogni domenica, si raduna al Convitto un gruppetto di ragazzi che va crescendo: nel febbraio successivo sono una ventina; trenta alla fine di marzo; quasi un centinaio per sant'Anna (26 luglio), festa patronale dei muratori. Oggi 8 dicembre, nell’anno delle Celebrazioni del Bicentenario della sua Nascita, riconosciamo l’importanza di quell’incontro per la nascente missione nella Famiglia Spirituale di Don Bosco.

di Andrés Felipe Loaiza, SDB

Nei primi mesi a Torino (1841), mentre continua a studiare e prepararsi, don Bosco riflette sulla missione che sente sempre più chiaramente affidatagli dal Signore. Ma la realizzazione del sogno è molto complicata e irta di ostacoli.

È stato l’8 dicembre 1841, che Don Bosco ha incontrato e accolto Bartolomeo Garelli, un bambino bisognoso di educazione umana e religiosa, che nel corso degli anni si rivelerà un modello ideale per molti altri ragazzi curati, prima da Don Bosco, in seguito dai Salesiani e dalla sua vasta Famiglia Salesiana.

Nel Bollettino Salesiano del aprile 2013 si può leggere una caratterizzazione dei giovani che frequentavano Torino in quegli anni in qui Don Bosco andava chiarendo progressivamente la sua missione tra i più bisognosi del suo tempo: “I ragazzi che in questi primi tempi frequentano il nascente oratorio sono in prevalenza operai e manovali che trascorrono a Torino soltanto una parte dell'anno, quella libera dalle attività agricole (dal tardo autunno alla fine di giugno). Si tratta di ‘Savoiardi, Svizzeri, Valdostani, Biellesi, Novaresi, Lombardi’. Questo tipo di giovani, migratori stagionali, continuerà ad essere prevalente nell'Oratorio di don Bosco fin verso la metà degli anni Cinquanta, quando l'immigrazione in Torino divenne stabile. I ragazzi si radunavano nella sacrestia della chiesa di san Francesco d'Assisi e nel cortiletto adiacente, per il catechismo e per intrattenersi in allegria”.(È possibile trovare questo testo nel Bollettino Salesiano Italiano al seguentelink).

Infine, nelle Memorie dell’Oratorio, si racconta come il lavoro realizzato con i giovani con precedenti penali (usciti dal carcere), ha lasciato una gamma di effetti che sono diventati ciò che ancora oggi è la sorgente della missione della Famiglia Salesiana: “Fu allora che io toccai con mano, che i giovanetti usciti dal luogo di punizione, se trovano una mano benevola, che di loro si prenda cura, li assista nei giorni festivi, studi di collocarli a lavorare presso di qualche onesto padrone, e andandoli qualche volta a visitare lungo la settimana, questi giovanetti si davano ad una vita onorata, dimenticavano il passato, divenivano buoni cristiani ed onesti cittadini”. (MO 122-123).

Nell’anno del Bicentenario della Nascita di Don Bosco, come Famiglia Salesiana, siamo sicuri che l’incontro dell’educatore torinese con “Bartolomeo Garelli” si ripete ogni giorno nelle diverse Opere Salesiane nel mondo dove si cerca di scoprire, come Don Bosco lo ha realizzato al suo tempo, in quale forma accompagnare i giovani più poveri e bisognosi. Oggi la FamigliaSalesiana continua a realizzare il sogno di Don Bosco.

Pubblicato il 08/12/2014

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