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7/11/2014 - Sierra Leone - Ebola in Liberia e Sierra Leone: interventi di breve, medio e lungo periodo
Foto dell'articolo -SIERRA LEONE – EBOLA IN LIBERIA E SIERRA LEONE: INTERVENTI DI BREVE, MEDIO E LUNGO PERIODO

(ANS – Freetown)– Nell’ambito del lavoro svolto dai Salesiani nei vari luoghi dove il virus Ebola fa più vittime, don Jorge Crisafulli, Superiore dell’Ispettoria dell’Africa Occidentale Anglofona (AFW), ha presentato una relazione che va oltre le risposte immediate e urgenti e che evidenzia l’importanza di visioni di medio e lungo termine, che diventeranno sicuramente campagne di sostegno alle popolazioni colpite e che verranno approfondite attraverso future pubblicazioni.

di Andrés Felipe Loaiza, SDB.

La relazione di don Crisafulli presenta la gravità della situazione in Liberia e Sierra Leone, dove, secondo i Salesiani che lì sono presenti “è fuori controllo e con i casi d’infezione in aumento”, con anche una crescente preoccupazione che stavolta il virus “è venuto per restare con noi”.

I Salesiani non stanno lavorando da soli, c’è una grande sinergia che unsice più realtà: l’arcidiocesi di Monrovia, il Ministero della Salute e quello dell’Educazione, l’UNICEF, Medici Senza Frontiere e Medici Tedeschi, oltre ad altre congregazioni religiose che si trovano in aree isolate e in quarantena.

Tutti inisieme, considera don Crisafulli, si devono intraprendere varie iniziative immediate e urgenti, quali: prevenzione e educazione, distribuzione di cibo e materiali sanitari. Ognuna di queste iniziative è motivato e sviluppato in modo diverso; per esempio, si legge nella relazione: “La forza più importante per realizzare questa campagna di prevenzione ed educazione sono i giovani (...) La nostra ONG ‘Don Bosco Youth Network, West Africa’, ha prodotto tutto il materiale per la TV, la radio, manifesti, adesivi, opuscoli... per compiere questo lavoro. I giovani del Movimento Giovanile Salesiano, i nostri gruppi parrocchiali e movimenti, gli studenti si sono immediatamente uniti a queste iniziative”.

In merito agli interventi di medio periodo, don Crisafulli ne indica sei: educazione attraverso le radio (utilizzata in casi analoghi in tutto il mondo); produzione di cibo (progetto già in corso con l’Istituto Nazionale di Tecnologia Agropecuaria dell’Argentina); la cura degli orfani dell’Ebola (avviata insieme al Ministero del Welfare, l’UNICEF e altre ONG); la necessità di una presenza delle Figlie di Maria Ausiliatrice (sollecitata da don Crisafulli al XXIII Capitolo Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, in corso fino al 22 novembre, con risultati che si sperano positivi); il bisogno di volontari (attualmente si sta lavorando con i volontari locali); e la necessità di comunicare in modo positivo per diffondere la speranza e allontanare la paura (don Crisafulli ricorda quanto cantava Victor Heredia “Chi ha detto che tutto è perduto? Io vengo a offrire il mio cuore”).

Come riporta don Crisafulli, molti ancora non credono che l’Ebola sia reale e spesso gridano al complotto; ma come ha riportato di prima mano il giornalista italiano Sergio Ramazzotti nel suo reportage “Verrà la morte e avrà i miei occhi”, scritto per Vanity Fair: “Ebola è un nemico infido perché invisibile, un combattente di spietata efficienza, un terrorista che attacca secondo la classica dottrina della guerriglia: minare l’equilibrio psicologico prima ancora dell’incolumità fisica”.

Pubblicato il 07/11/2014

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