(ANS – Monrovia) – “Siamo riusciti a incontrare numerose famiglie in questa nostra missione e il Signore sta davvero facendo cose grandi. Alcuni di quelli che abbiamo aiutato sono stati dimessi pochi giorni fa dall’ospedale perché oramai guariti dall’Ebola, dopo che hanno seguito i consigli che avevamo dato loro nelle nostre visite di casa in casa”. Inizia così l’ultimo rapporto inviato da Josephat, il responsabile del gruppo “Don Bosco & Dominic Savio”, che sta lavorando nei villaggi della Liberia per aiutare a prevenire e sconfiggere l’Ebola.
“La situazione del paese in questo momento è a dir poco pietosa. C’è bisogno di intensificare la preghiera e le iniziative: preghiera e lavoro. La preghiera senza un lavoro serio è morta” racconta Josephat.
Il loro ultimo viaggio non è stato facile. A causa di alcune dicerie su dei malintenzionati che avvelenerebbero i pozzi, una volta giunti a Gwaa, nella contea di Bomi, i ragazzi del Don Bosco & Dominic Savio sono stati fermati e tenuti in custodia dalla polizia locale. Li hanno interrogati e hanno interrogato alcune famiglie che avevano visitato precedentemente.
Neanche le foto delle precedenti spedizioni, mostrate attraverso il telefono, sono state sufficienti: si sono convinti delle loro buone intenzioni solo dopo che li hanno obbligati ad utilizzare per primi su di sé il materiale che avevano portato. “Lo abbiamo fatto lavandoci le mani e la faccia con quel materiale sanitario e ne è seguita una sincera e prolungata pubblica richiesta di scuse. La notizia che era giunta precedentemente dalla Guinea, dove alcuni operatori sanitari sono stati messi a morte durante una delle loro viste di casa in casa per la prevenzione dell’Ebola, ci aveva fatto temere il peggio. Ma il Signore ci ha davvero protetti e salvati. Non è stato facile per il mio gruppo superare questo trauma, ma poco per volta ho cercato di far capire loro che il nostro scopo è fare quanto facciamo per il Signore e per salvare vite nella maggior misura possibile” spiega Josephat.
Secondo gli esperti c’è una buona probabilità di sopravvivenza all’Ebola se c’è un adeguato trattamento, soprattutto attraverso:
Josaphat e il suo gruppo hanno perciò deciso di indirizzare il loro aiuto soprattutto in queste direzioni, convogliando le donazioni ricevute – dall’estero o raccolte il loco – sull’iniziativa della Caritas arcidiocesana di Monrovia, che è in grado di raggiungere direttamente chi può utilizzare al meglio quelle risorse.
Pubblicato il 30/09/2014