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26/9/2014 - RMG - ACG 419: Prima Lettera del Rettor Maggiore alla Congregazione
Foto dell'articolo -RMG – ACG 419: PRIMA LETTERA DEL RETTOR MAGGIORE ALLA CONGREGAZIONE

(ANS – Roma)– È stata pubblicata mercoledì 24, sull’edizione italiana degli Atti del Consiglio generale, n° 419, la prima lettera del Rettor Maggiore alla Congregazione. “È una lettera programmatica, che intende proiettare una luce su tutto il sessennio che è appena iniziato”, spiega don Francesco Cereda, Vicario del Rettor Maggiore. In futuro, come già annunciato, il Rettor Maggiore pubblicherà due lettere all’anno, una a gennaio e una a luglio. Ecco intanto alcune chiavi di lettura della lettera da parte del Vicario del Rettor Maggiore.

Di fronte al nuovo compito che il Capitolo generale gli ha affidato, il Rettor Maggiore rilegge le esperienze iniziali dei  precedenti successori di Don Bosco attraverso le loro prime parole. È consapevole di vivere una “esperienza particolare della vita salesiana”; in questo momento si abbandona al Signore, non si sente solo, porta i giovani nel cuore. Nel programma del sessennio esprime alcune sue sottolineature proprie: l’identità carismatica, la trama di Dio nella quotidianità, l’utopia della fraternità secondo il Vangelo, la sobrietà e austerità di vita, la nostra povertà che è lavoro e temperanza, l’opzione per i giovani più poveri, la Famiglia salesiana, la missione condivisa con i laici.

La lettera vede il triplice impegno capitolare dell’essere mistici nello Spirito, profeti della fraternità e servi dei giovani nella prospettiva della appartenenza. Questo è anche il titolo della lettera: “appartenere di più a Dio, di più ai confratelli, di più ai giovani”. Il Rettor Maggiore ci chiede un “di più” di appartenenza; noi dobbiamo crescere nel nostro senso di appartenenza a Dio, ai confratelli e ai giovani. Il “di più” è tipico della vita consacrata stessa, chiamata a seguire il Signore Gesù più da vicino e a spendersi maggiormente per la missione, a vivere la fraternità in modo più trasparente e visibile. Il “di più” domanda un cammino di conversione, di crescita e di rinnovamento.

Crescere nell’ appartenenza richiede maggiore coscienza di essere proprietà di altri. Con la consacrazione religiosa Dio ci riserva per sé e noi diventiamo sua proprietà totale ed esclusiva; inoltre diventiamo parte integrante della Congregazione, ci prendiamo cura della comunità, assumiamo responsabilità dei confratelli e diventiamo loro custodi; i giovani diventano i nostri padroni e noi ci poniamo generosamente al loro servizio. Essere consapevoli di essere proprietà di altri ci impegna a crescere nel senso di appartenenza non a noi stessi, ma a loro.

Il Rettor Maggiore pone un accento particolare sul fatto che siamo un Congregazione missionaria. Fa parte della nostra identità fin dagli inizi. La capacità missionaria è una grande ricchezza della Congregazione. Attualmente abbiamo numerosi fronti missionari, che richiedono l’invio di forze fresche e la generosità di tutte le Ispettorie. Le comunità internazionali, la formazione interculturale, la diversità, l’uscire dalla propria cultura sono una ricchezza. Sembra questa una prospettiva che deve caratterizzare il sessennio.

La lettera termina con il riferimento al Bicentenario della nascita di Don Bosco e l’affidamento della Congregazione e della missione a Maria Ausiliatrice.

Pubblicato il 26/09/2014

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