(ANS – Roma) – Tra ieri e oggi, 9-10 Luglio, la comunità salesiana della Casa Generalizia ha celebrato i 50 anni di professione religiosa di Don Pascual Chávez, Rettor Maggiore Emerito, mons. Francesco Panfilo, SDB, arcivescovo di Rabaul, Papua Nuova Guinea, e don Francesco Motto, dell’Istituto Storico Salesiano. È stata l’occasione per riflettere sul valore e il significato profetico della vita religiosa all’interno della vita della Chiesa.
Nella “buona notte” di ieri, davanti ai confratelli con cui ha condiviso oltre 18 anni di quotidianità, il Rettor Maggiore Emerito ha voluto tracciare un breve percorso storico nel quale ha raccontato il cammino della sua vita religiosa e le riflessioni e le correnti che contemporaneamente si sviluppavano sulla vita consacrata – dalle tendenze postconciliari che volevano relegarla alla marginalità a quelle latinoamericane della teologia della liberazione. Un percorso attraverso il quale è venuta sempre più confermata la dimensione profetica della vita religiosa, quale cammino di sequela di Cristo e testimonianza nel cuore della Chiesa per il mondo.
Dopo un’agape fraterna, nelle serata di ieri, con anche la comunità salesiana del Vaticano, la riflessione è proseguita anche nell’Eucaristia comunitaria di oggi: “Parlare di Vita Religiosa e Profezia è in certo modo una tautologia, nel senso che per sua natura la Vita Religiosa è Profezia, anche se questa non si riduce a quella, perché è anzitutto carismatica (…) Oggi più che mai la Chiesa e il mondo hanno bisogno di noi, cultori di una vita consacrata profetica che annuncia il disegno meraviglioso di Dio, denuncia tutto ciò che attenta contro di esso e lo incarna nella propria vita” ha detto Don Chávez nell’omelia.
Un ruolo profetico, quello evocato dal salesiano, che non ha nulla a che vedere con i profeti di sventura, i profeti di corte o quelli che fanno rivendicazioni sociali: “La nostra profezia nasce dalla compassione di un Dio appassionato per la salvezza dell’uomo (…) La vita consacrata sarà profetica, se saprà rendere testimonianza di quest’amore appassionato di Dio”. Egli ha perciò concluso l'omelia invocando la benedizione di Maria affinché la vita consacrata, in generale, e quella salesiana particolare, possano proseguire nel cammino di santità cui sono chiamate, nella consapevolezza del sensus ecclesiae che gli è proprio.
Al termine della messa ha preso la parola Don Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore, che a nome di tutti ha espresso il suo ringraziamento a Don Chávez: “La Congregazione e la Famiglia Salesiana hanno avuto in te un Padre, un Maestro e una Guida in questo nostro cammino. Grazie, grazie di cuore, per la tua vita e la tua testimonianza! Che l’Ausiliatrice, che continua a fare tutto, ti benedica e ti accompagni! Un grande abbraccio da parte nostra, caro Rettor Maggiore Emerito”.
Pubblicato il 10/07/2014