(ANS – Lahore) – Con le nomine dei vescovi di Faisalabad e Lahore e dell’amministratore apostolico a Multan, la Chiesa in Pakistan procede verso una nuova primavera. “Siamo molto grati al Santo Padre. Sono passi molto positivi per la Chiesa. Nuovi leader e nuove idee: la Chiesa pakistana ne ha bisogno. Lavoreremo insieme per il progresso e per la crescita della Chiesa in Pakistan”. Lo ha dichiarato all’Agenzia Fides, il nuovo arcivescovo di Lahore, mons. Sebastian Shaw, OFM.
“Fra i nuovi Vescovi – spiega mons. Shaw – c’è un approccio comune: tutti guardiamo alla nostra situazione con speranza, cercando di collaborare. Ad esempio, le commissioni per Catechesi, Liturgia, Caritas, Economia si confronteranno e opereranno insieme. Inoltre fra noi c’è una sintonia umana fin dai tempi del Seminario. Intendiamo adottare una metodologia di cooperazione in tutti i campi. Più unità gioverà al futuro della Chiesa”.
I vescovi condividono le urgenze pastorali. Una di queste è la formazione dei catechisti: “Solo a Lahore ne abbiamo 300, sparsi sul territorio. Sono una presenza importantissima, perché vivono in mezzo alla gente e hanno il polso della vita delle comunità. Sono laici, sono i nostri missionari nelle periferie, persone importanti per la formazione del popolo ai Sacramenti, e vanno formati secondo le nuove linee della teologia e della pastorale”.
Altra priorità è l’istruzione. “Nelle scuole cattoliche, solo a Lahore abbiamo oltre 800mila studenti, al 90% musulmani. Le scuole sono preziose per educare al dialogo nella società. Nelle scuole si realizza un dialogo di vita che è la strada per la costruzione di una società aperta, tollerante e pluralista, caratterizzata dalla pacifica convivenza. Attraverso gli allievi, abbiamo il contatto con le famiglie: così le scuole diventano i nostri centri specializzati del dialogo. I giovani sono il futuro della società: cominciamo da loro a costruire il mutuo rispetto tra religioni nella nazione”.
È su questa la linea che operano anche i Salesiani, presenti proprio a Lahore e anche a Quetta, con una scuola tecnica, una primaria e secondaria, due internati maschili ed uno femminile, un oratorio festivo e un servizio di assistenza alle 6 scuole per rifugiati afghani: tutti luoghi in cui l’istruzione formale è accompagnata dall’educazione ai valori e al rispetto tra tutti gli esseri umani.
Il dialogo va avanti anche grazie all’impegno dei leader religiosi e alla collaborazione con i capi islamici, come l’imam della grande moschea di Lahore, Syed Muhammad Abdul Khabir Azad, con cui mons. Shaw si incontra spesso e coopera per dare un esempio di amicizia islamo-cristiana.
Pubblicato il 02/07/2014