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27/6/2014 - Repubblica Centroafricana - “Il sacerdote spagnolo che ha salvato 22.000 persone”
Foto dell'articolo -REPUBBLICA CENTROAFRICANA – “IL SACERDOTE SPAGNOLO CHE HA SALVATO 22.000 PERSONE”

(ANS – Bangui) – “Nel cortile della chiesa di San Giovanni Bosco, in un umilissimo quartiere di Bangui, da 7 mesi sopravvivono a malapena circa un migliaio di persone. I Salesiani sono il loro scudo, la loro salvezza. Don Agustín Cuevas, religioso spagnolo di quasi 70 anni, accoglie nella sua comunità tutta questa gente, sfollata a causa dei massacri della Repubblica Centrafricana. In certi momenti ci sono state fino a 22.000 persone”. Così racconta un articolo pubblicato dal quotidiano “El Confidential”, di cui riportiamo alcuni stralci.

Gli sfollati sono protetti dalla comunità salesiana cui appartiene anche don Cuevas, che è arrivato per la prima volta nella Repubblica Centrafricana tre anni fa, dopo aver vissuto in diversi paesi del continente. Insieme a lui lavorano a favore dei bisognosi anche don Jan Hübner, salesiano polacco, Vicario della comunità dal 2010; e il salesiano coadiutore Eynem Maguergue, di Ndajaména, Ciad, Direttore dell’Oratorio e incaricato della Scuola dal 2011.

La maggior parte dei rifugiati sono donne e bambini scampati alla violenza “cieca e gratuita” – con le parole di don Cuevas – scoppiata nella capitale centrafricana, Bangui, lo scorso 5 dicembre.

Senza avere nessuno a cui rivolgersi, con un esercito allo sbando e prese di mira dal fuoco incrociato, molte persone hanno cercato rifugio nei luoghi di culto. A Galabadja, quartiere di Bangui, hanno bussato alla porta della comunità salesiana, che già da anni si sforzava nel costruire una piccola oasi di servizio, composta da una scuola e un dispensario, quanto mai utili in questo quartiere dimenticato.

Gli sfollati ancora oggi presenti nel cortile della chiesa non sono gli unici che hanno sostato nell’opera. Ci sono stati momenti in cui erano oltre 22.000 ed affollavano anche gli edifici e tutti gli spazi disponibili del complesso, accatastandosi per dormire “sui banchi e sul pavimento della chiesa”, mentre fuori il rumore degli spari, dei colpi di mortaio e delle esplosioni di granate e non cessava.

L’articolo completo è disponibile sul sito di El Confidencial ed offre una panoramica anche sull’opera svolta dei missionari salesiani in Repubblica Centrafricana e i vari elementi del conflitto ancora in corso.

Pubblicato il 27/06/2014

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