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7/4/2014 - RMG - CG27: 120 anni della presenza missionaria salesiana
Foto dell'articolo -RMG – CG27: 120 ANNI DELLA PRESENZA MISSIONARIA SALESIANA
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(ANS – Roma) – Quest’anno la missione salesiana del Mato Grosso, in Brasile, celebra 120 di presenza, e quella in Amazzonia si prepara a celebrare i suoi primi 100 anni. Sono le ricorrenze più rilevanti che coinvolgono le Ispettorie brasiliane di Campo Grande e di Manaus. Ne hanno parlato giovedì 3 Aprile, in una “Buona notte” congiunta, i rispettivi Ispettori: don Lauro Shinohara e don Francisco Alves.

La presenza missionaria in quelle  regioni, che ha realizzato i sogni di Don Bosco, è stata segnata anche dal sangue: don Giovanni Fuchs e don Pietro Sacilotti furono martirizzati quando si avvicinarono agli Xavantes, nel 1934; più tardi, nel 1976, don Rodolfo Lunkenbein e l’indio Simone Bororo furono assassinati durante la demarcazione della riserva dei Bororo di Meruri; mentre mons. Luigi Lasagna, Don Giovanni Balzola, don Giuseppe Solari e il coadiutore Giuseppe Canuto, sono solo alcuni dei nomi che fanno memoria dei primi missionari arrivati in Brasile.

L’impegno missionario prioritario è sempre stato quello di promuovere  l’agricoltura e la cura sanitaria, coadiuvato dall’educazione nelle scuole e nei centri di formazione professionale.

Qualsiasi attività ha sempre avuto una particolare attenzione alla cultura locale,  anche in accordo con istituzioni universitarie; lo dimostrano la pubblicazione dell’Enciclopedia Bororo, le opere di sistematizzazione delle lingue Bororo e Xavante, l’apertura del Centro di Documentazione Indigena (CDI) e il Museo delle Culture “Don Bosco”.

Nel tempo è cambiata la tipologia di presenza educativa e pastorale: una volta  il lavoro si svolgeva soprattutto nei centri missionari; oggi, con l’aumento della popolazione, che arriva a più di 20 mila tra i Bororo e i Xavante, e la moltiplicazione dei villaggi, che sommano a 250 circa, la missione educativo-evangelizzatrice si sviluppa attraverso il servizio itinerante, che chiede un grande atteggiamento ascetico per convivere con le innumerevoli difficoltà. 

Non mancano le sfide connesse alle spese da sostenere per tutte le attività; la presenza insufficiente rispetto alle necessità – anche se sono in crescita il volontariato giovanile, la capacità organizzativa e la corresponsabilità dei laici – e quelle che la globalizzazione pone a tutto il mondo: consumismo, soggettivismo ed edonismo che generano anche violenza, prostituzione, droghe, alcolismo.

In Amazzonia la presenza salesiana ha raccolto molti frutti, come la  crescita delle vocazioni autoctone e, in particolare, di quelle provenienti delle 23 etnie presenti nella regione; adesso ci si concentra sul Primo Annuncio ad un gruppo considerevole di comunità di indigeni yanomami che abitano la frontiera Brasile-Venezuela.

“Inviateci confratelli salesiani, perché la messe è grande e gli operai sono pochi” hanno concluso i due Ispettori.

Pubblicato il 07/04/2014

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