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RMG – CG27: Prime dichiarazioni di Don Ángel Fernández Artime, nuovo Rettor Maggiore |
(ANS – Roma) – Solennità speciale per la ricorrenza dell’Annunciazione nell’assemblea capitolare. Don Pascual Chávez ha presieduto l’Eucarestia per l’ultima volta come Rettor Maggiore e con le sue parole ha aiutato a capire che la giornata non è casualmente, ma provvidenzialmente particolare.
L’evento dell’Annunciazione di Maria ha illuminato il momento dedicato all’elezione del nuovo Rettor Maggiore. Una chiamata, quella di Maria, seguita da una missione: come per ogni cristiano e per ogni salesiano.
L’annunciazione è preludio di quanto può capitare in ogni vita quando si incontra con Dio: e questo incontro si trasforma in una “annunciazione per qualcosa di totalmente nuovo a cui siamo invitati”.
“Di fronte a un intervento di Dio nelle nostre vite sentiamo timore che venga a cambiare i nostri progetti personali e, in un certo senso, a complicarci un po’ l’esistenza. Il piano di Dio non risponde mai del tutto ai nostri desideri, né ai bisogni più intimi. È allora che si deve avere l’audacia e l’umiltà di cambiare i propri progetti, di educare il nostro cuore ed imparare a lasciarci condurre dallo Spirito”.
Ogni credente è chiamato a coltivare alcuni atteggiamenti: ricerca del disegno di Dio per la propria vita, accettazione della volontà di Dio come progetto di vita, docilità allo Spirito di Dio.
Don Chávez successivamente si è soffermato a evidenziare “lo stile con il quale Dio si fa avanti per proporre e chiedere disponibilità alla persona, cioè il dialogo. Il dialogo evangelico si sviluppa nella forma del dono”.
E questo dono è innanzi tutto quello della gioia (“Rallegrati, Maria”), viene quindi il dono della grazia (“ricolmata di grazia”; “hai trovato grazia”), poi si manifesta il dono dell’incoraggiamento (“non temere”). Dopo si presenta il dono della vitalità e della fecondità (“concepirai e partorirai un figlio”).
Viene poi ancora il dono dello Spirito (“lo Spirito Santo scenderà su te”): è la prima pentecoste di Maria e lo Spirito indica l’intenzione di possesso e custodia da parte di Dio, la richiesta di collaborazione. Infine giunge il dono della fede (“nulla è impossibile a Dio”): parola finale, chiave che apre alla disponibilità totale econsapevole.
È in questo contesto di preghiera e di fede che l’assemblea ha celebrato l’Eucarestia, ormai pronta per passare alle elezioni.
Pubblicato il 25/03/2014