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23/2/2014 - Italia - CG27: Congregazione di fronte alle nuove sfide del mondo giovanile, peregrinazione a Torino, prima giornata
Foto dell'articolo -ITALIA – CG27: CONGREGAZIONE DI FRONTE ALLE NUOVE SFIDE DEL MONDO GIOVANILE, PEREGRINAZIONE A TORINO, PRIMA GIORNATA
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(ANS – Roma)– La festività della Cattedra di San Pietro, nel quale giorno è iniziato il pellegrinaggio ai  luoghi delle origini di Don Bosco dei 220 membri dell'imminente 27° Capitolo Generale dei Salesiani, ha segnato in maniera non superficiale il contenuto e il valore di questo momento.

 Nell'omelia che il Rettor Maggiore, don Pascual Chavez ha pronunciata durante la celebrazione eucaristica preserale nella Basilica di Maria Ausiliatrice a Valdocco, è stata infatti sviluppata la riflessione sull'espressione che San Pietro usa nella sua prima lettera per esortare gli anziani (ossia i presbiteri) a essere “testimoni delle sofferenze di Cristo e partecipi della gloria che deve manifestarsi”.

 “Da queste parole consegue la necessità” ha sottolineato don Chavez “di una conversione pastorale: pascere il gregge volentieri, senza curare il proprio interesse, essendo di esempio”. È qui il cuore dell'esperienza spirituale che i Salesiani ripropongono al loro ministero, e che intendono esplorare con coraggio nell'autorevole sede del Capitolo che si aprirà a Roma il 3 marzo prossimo.

 Il tema scelto per questo appuntamento della Congregazione, che dovrà anche portare all'elezione del nuovo Rettor Maggiore dopo i due sessenni guidati da don Pascual Chavez, è “Testimoni della radicalità evangelica”. L'adesione totale e irrevocabile all'invito di Cristo vissuta dal pescatore Pietro è illuminante ancora oggi per chi è chiamato alla vita religiosa. “Ciò è anche quanto ha riaffermato Papa Francesco quando i Maggiori dei Religiosi riuniti in Vaticano gli hanno domandato che cosa oggi lui si aspetti dalle loro Congregazioni: la piena consegna di sé a Gesù” ha testimoniato don Chavez.

Questa consapevolezza porta a ritrovare senza tentennamenti l'essenzialità della vocazione, che Don Bosco presentava ai suoi figli con la garanzia di “pane, lavoro e Paradiso”. Il ritorno alle radici della vita carismatica salesiana, visitandone come pellegrini i luoghi che ne videro l'espressione originaria, è dunque la condizione privilegiata per rigenerare le capacità della Congregazione di fronte alle nuove sfide del mondo giovanile. Nella visita pomeridiana alla Casa di Valsalice, dove venne accolta la prima grande sfida a occuparsi di formazione scolastica dei giovani (e dove fu sepolto originariamente il corpo di Don Bosco) la riflessione sul testamento spirituale del Fondatore curata da don Aldo Giraudo (e proposta  da don Joe Boenzi in lingua inglese e da don Horacio Lopez in lingua spagnola) ha messo in evidenza l'eroicità  come elemento che caratterizza la consacrazione di un Salesiano. A questa caratteristica Don Bosco aggiunse l'avvertenza, per sé stesso e per i suoi figli di quel tempo, ma in maniera preveggente anche per i figli di oggi, di prepararsi bene a tale consacrazione: “quando l'avrem fatta, procuriamo di mantenerla, anche a costo di lungo e grave sacrificio”.

Un fremito di questa natura ha percorso anche lo spettacolo proposto dai post novizi di Nave presentato la sera nel teatro grande di Valdocco, così come la “buonanotte” don Pascual Chavez a fine di questa prima giornata nella “Betlemme” dei Salesiani..

Publicato il 23/02/2014

 

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