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14/2/2014 - RMG - Un protocollo salesiano per la gestione delle emergenze
Foto dell'articolo -RMG – UN PROTOCOLLO SALESIANO PER LA GESTIONE DELLE EMERGENZE

(ANS – Roma)– Come uno degli ultimi documenti del suo Rettorato, don Pascual Chávez lascia agli Ispettori e a tutti i salesiani una lettera contenente 10 linee guida per la gestione delle emergenze, in particolare nei casi di calamità naturali, guerre, violenze o situazioni di instabilità politico-sociali.

Il testo arriva a quasi 10 anni dallo Tsunami che nel dicembre 2004 colpì il Sud Est asiatico e che vide un grande coinvolgimento e una sinergia solidaria delle Procure Missionarie e ONG salesiane. A partire da quell’esperienza, e poi con quelle degli successivi – specialmente con la campagna di sostegno e ricostruzione di Haiti – si è avvertita la necessità di alcuni punti di riferimento, sia al livello centrale, sia nelle Ispettorie.

Nel frattempo anche organizzazioni internazionali come la Caritas o altre congregazioni religiose hanno pubblicato o aggiornato le loro “Emergency guidelines”; non va dimenticato che, anche nei casi di emergenze su scala minore – come recentemente in Siria, Filippine, Sud Sudan o Repubblica Centroafricana – la Congregazione ha ormai accumulato una ricca esperienza operativa.

Nel plenum estivo del Consiglio generale 2013 è stata così presentata la necessità di elaborare un testo specifico sull’argomento ed è partito un iter che ha visto in prima linea il Consigliere per le Missioni e l’Economo generale – affiancati dalle 5 Procure missionarie e dalle ONG del Don Bosco Network (DBN), che già da tempo avevano elaborato una check list relativa alle azioni da intraprendere nelle prime 48 ore successive allo scoppio di un’emergenza.

Il documento prodotto, che è un’espressione del Sistema Preventivo ed un passo avanti per affrontare con maggiore preparazione le situazioni di crisi, segnala diverse tipologie di emergenze: di tipo locale (minore), maggiore oppure di tipo permanente. Il testo intende essere una cornice d’orientamento soprattutto rispetto a queste ultime due casistiche e, senza pretendere di essere un documento completo a livello professionale, vuole indicare 10 punti d’attenzione:

1.   Essere presenti

2.   Offrire servizi pratici e spirituali

3.   Lavorare in unità

4.   Condividere le informazioni

5.   Accogliere la solidarietà e il coordinamento internazionale

6.   Essere trasparenti

7.   Pensare a lungo termine

8.   Promuovere la partecipazione locale e la consapevolezza dei diritti

9.   Adottare misure preventive

10.Garantire una ragionevole transizione dalla fase d’emergenza a quella di ricostruzione

Tra le indicazioni operative si segnalano: l’investitura degli uffici di pianificazione e sviluppo (PDO) quali strumenti più idonei per l’intervento; l’invito alla predisposizione di Unità d’Emergenza ispettoriali nelle aree di maggiore rischio; l’educazione all’emergenza dei collaboratori laici; il riferimento alle procedure di reazione alle emergenze nelle prime 48 ore del DBN; e la competenza ultima del Rettor Maggiore nella decisione sulle emergenze da coordinare a livello internazionale.

Il testo completo della lettera è disponibile in varie lingue su sdb.org.

Pubblicato il 14/02/2014

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