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22/1/2014 - Italia - L’urna di Don Bosco, veicolo di solidarietà missionaria
Foto dell'articolo -ITALIA – L’URNA DI DON BOSCO, VEICOLO DI SOLIDARIETÀ MISSIONARIA
Fotografia disponibile in Image Bank

(ANS – Ivrea)– Nei giorni 17-18 gennaio l’urna ha sostato ad Ivrea, dove è stata testimone di un evento dal grande valore simbolico: la consegna a don Eligio Caprioglio, Direttore dell’opera salesiana di Ivrea, di due mattoni rappresentanti i due aspirantati missionari salesiani dell’India, Sirajuli (2011) e Perambur (2012).

“I due mattoni vengono da Jhajjar, dalla nostra presenza salesiana che opera per i giovani a rischio, quelli che lavorano nelle fabbriche di mattoni. Così i mattoni sono, per così dire, frutto del lavoro minorile e al tempo stesso simboleggiano coloro ai quali indirizziamo i nostri sforzi” ha spiegato don Maria Arokiam Kanaga, Consigliere Generale per l’Asia Sud, latore dei due mattoni.

L’opera di Ivrea oggi raggruppa una scuola, un convitto e un centro giovanile, ma in passato ha costituito il primo e più importante aspirantato missionario della Congregazione, intitolato non a caso al “Cardinal Cagliero”, la guida della prima spedizione missionaria salesiana. Da quell’opera sono usciti centinaia di missionari salesiani che hanno educato, evangelizzato e diffuso il carisma salesiano in ogni parte del mondo e molti di essi lo hanno fatto proprio in India – tra i più noti ci sono i venerabili Francesco Covertini  e Giuseppe Quadrio.

L’Istituto Cardinal Cagliero negli anni scorsi si è molto adoperato per sostenere, attraverso la condivisione di documenti ed esperienze, l’avventura avviata a Sirajuli e a Perambur, e non bisogna dimenticare che per sancire “il gemellaggio” tra l’opera di Ivrea e quei due aspirantati missionari già nel luglio del 2012 don Caprioglio aveva donato un mattone della cappella della casa di Ivrea a don Kanaga. A conferma di questo legame, i due mattoni donati ora dall’India sono stati appositamente inseriti all’interno della stessa cappella da cui era uscito il primo mattone.

“Speriamo che ciò che si è fermato a Ivrea, a causa del cambiamento dei tempi, continui ora in India”, ha concluso don Kanaga.

Pubblicato il 22/01/2014

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