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(ANS – Sivakasi) – Come da tradizione l’ingresso del 2014 è stato festeggiato in tutto il mondo con ampio impiego di fuochi d’artificio e giochi pirotecnici. Ma ciò che solitamente è associato alla festa e all’euforia può nascondere dietro di sé sfruttamento e violazioni dei Diritti Umani. Per questo i salesiani ribadiscono l’impegno per lo sviluppo autentico e integrale dei minori.
Nell’India meridionale, in una regione arida dello stato del Tamil Nadu, si trova la città di Sivakasi, conosciuta in tutto il paese per la fabbricazione di fiammiferi, fuochi d'artificio e petardi, tanto che realizza fino al 90% della produzione nazionale. Meno noto è però che una percentuale molto alta di questi prodotti è fatta a mano da migliaia di bambini e bambine, circa 6.000 secondo alcune stime.
Molti di questi bambini si trovano lì senza genitori. Provengono da famiglie povere, dalle caste più depresse della società spesso originarie delle zone rurali, magari colpite dalla siccità. I piccoli lavorano tutto il giorno, dormono in baracche, hanno una dieta monotona e povera, a base di riso e lenticchie, e ricevono una paga che raramente supera i 50 centesimi di Euro al giorno .
Là vivono privi della tutela familiare, dell’educazione e del gioco e restano vulnerabili all’avvelenamento delle sostanze che maneggiano, all’abuso sessuale da parte dei superiori e a molti altri rischi.
Il loro lavoro è molto pericoloso. L’organizzazione non governativa salesiana “Jugend Eine Welt”, con base in Austria, ha inoltre recentemente sottolineato come pure nel 2013 sono avvenuti molti gravi incidenti nelle industrie che producono fuochi d’artificio; a Sivakasi, nel maggio scorso, ne è rimasto vittima un bambino di 11 anni, che ha perso la vita; e molti altri sono i minori che subiscono ferite gravi, mutilazioni e danni permanenti nell’industria dei fuochi d’artificio.
I Salesiani animano diverse opere e molte attività a Sivakasi per sostenere la popolazione povera ed emarginata e in particolare per aiutare i bambini poveri, lavoratori e fuori usciti dal sistema educativo: attraverso scuole, educazione non formale, una casa d’accoglienza per i ragazzi, centri di studio serali, gruppi di auto-aiuto per le donne e un centro di prevenzione dall’abbandono scolastico. È anche in programma l’istituzione di un centro di formazione al lavoro in grado di offrire ai giovani provenienti da famiglie povere altre opportunità lavorative rispetto al pericoloso settore dei fuochi d’artificio.
Pubblicato il 10/01/2014